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Bielorussia: commissione chiede intervento Consiglio federale

Alexander Lukashenko, armato, parla con le forze dell'ordine KEYSTONE/AP sda-ats

(Keystone-ATS) La situazione in Bielorussia preoccupa la Commissione di politica estera del Nazionale.

In una nota diffusa in serata essa chiede al Consiglio federale di esigere che il regime di Alexander Lukashenko rispetti i diritti umani e rilasci immediatamente tutti i prigionieri politici.

La commissione si dice “particolarmente scioccata dalle notizie delle pesanti violazioni dei diritti umani perpetrate contro i membri dell’opposizione e i manifestanti pacifici”. Condanna inoltre duramente la repressione messa in atto dal regime.

La Bielorussia è scossa da un’ondata di proteste senza precedenti, scatenata dall’annuncio dei risultati delle elezioni presidenziali del 9 agosto. Alexander Lukashenko si è imposto con l’80% dei voti, un risultato considerato fraudolento.

I bielorussi sono scesi in strada in massa per esprimere il loro malcontento. Domenica erano circa 100’000 nella capitale Minsk. Anche se il numero dei manifestanti non sembra diminuire, il capo dello Stato ha intensificato la repressione.

In una dichiarazione adottata con 16 voti favorevoli, 3 contrari e 1 astensione, la commissione chiede al Consiglio federale di prendere una serie di misure. In primo luogo deve esortare il regime di Alexander Lukashenko a rispettare i diritti umani, inclusi il divieto di tortura, la libertà d’opinione, la libertà di riunione e la libertà di stampa, e a rilasciare immediatamente tutti i prigionieri politici.

La commissione invita inoltre l’esecutivo ad adottare tutte le misure necessarie affinché le sanzioni ad personam dell’UE contro le persone coinvolte nei brogli elettorali e nelle violenze contro i manifestanti pacifici non possano essere aggirate sul territorio svizzero.

Il governo deve poi sostenere l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) nell’invio di una missione d’inchiesta. Il Consiglio federale è infine chiamato ad impegnarsi in un dialogo che consenta lo svolgimento di elezioni libere ed eque.

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