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Bielorussia: ex soldati forze speciali buttano la divisa

In Bielorussia sono comparsi sui social video di uomini che si definiscono ex membri delle forze speciali che buttano via le divise in segno di protesta contro le violenze della polizia. Non è possibile al momento stabilire con certezza che siano effettivamente ex membri delle forze speciali. KEYSTONE/EPA/STR sda-ats

(Keystone-ATS) In Bielorussia sono comparsi sui social video di uomini che si definiscono ex membri delle forze speciali che buttano via le divise per protesta contro le violenze di polizia. Intanto l’Alto rappresentante UE Josep Borrell ha detto che a Minsk il regime deve cambiare.

Media russi come Izvestia e RIA Novosti citano il caso di Evgeny Novitsky, di Logoisk, che ha postato sulla sua pagina Instagram le immagini del fratello mentre getta la divisa nel cassonetto della spazzatura. Oppure quello di Artem Belinovich, che gettando il suo berretto ha detto che “la fratellanza delle forze speciali bielorusse non esiste più in Bielorussia”.

Non è possibile al momento stabilire con certezza che queste persone siano effettivamente ex membri delle forze speciali ma, secondo diverse testate, video simili si stanno moltiplicando sui canali Telegram bielorussi.

Nel caso del video di Logoisk l’uomo dice: “Ciao a tutti, io ho prestato giuramento al mio popolo e vedendo quello che succede a Minsk con i miei occhi non posso assolutamente essere fiero di dove ho prestato servizio e non posso indossare questa uniforme né tenerla a casa”.

Nexta, canale Telegram che fa capo all’opposizione bielorussa, ha poi diffuso un video in cui a fare defezione è (o sarebbe) un poliziotto. “Io, Kolos Ivan Nikolaevich sono un agente delle forze interne del Paese e lavoro in qualità di ispettore distrettuale della polizia”, si vede nel video. “Colleghi! Noi abbiamo giurato di difendere il popolo bielorusso ma invece di questo difendiamo gli interessi di una persona che ha preso il potere con la forza ed ora non ha il coraggio di porre fine agli spargimenti di sangue consegnando il potere al popolo. Colleghi, io vi esorto a porre fine a queste violenze, e non puntare le armi contro i civili pacifici disarmati. Io, Kolos Ivan Nikolaevich nel 2015 ho prestato giuramento alla fedeltà della repubblica della Bielorussia e al suo popolo. Io non mi licenzio dalle forze degli interni, ma non intendo eseguire ordini criminali. Tikhanovskaya Svetlana Georghievna, Lei è il mio presidente eletto legittimamente e in questo momento attendo vostri ordini per la difesa della repubblica della Bielorussia e i suoi cittadini. Colleghi, io vi esorto: siate con il popolo!”.

Nel frattempo Gli operai della società bielorussa BelAZ di Zhodino, specializzata nella produzione di mezzi pesanti utilizzati nel settore edile, protestano contro il controverso trionfo elettorale di Aleksandr Lukashenko alle presidenziali di domenica scorsa e sfilano in corteo urlando “Vattene via”. Lo riporta la testata web Meduza. E altre proteste, secondo le testate locali, si registrano in altre fabbriche del Paese, come quelle di Keramin, Terrazit e Belmedpreparati.

Intanto – in dichiarazioni pubblicate sul suo blog alla vigilia del Consiglio esteri straordinario di domani pomeriggio per discutere della situazione – l’Alto rappresentante dell’UE, Josep Borrell, ha affermato che “la violenza in Bielorussia deve essere interrotta e il regime deve cambiare”.

“La situazione in Bielorussia è diventata motivo di grave preoccupazione. Alexander Lukashenko e le autorità bielorusse devono fermare la repressione contro il popolo ed aprire il dialogo con la società. Negli ultimi mesi i bielorussi hanno chiaramente dimostrato di desiderare la democrazia ed il rispetto dei diritti umani. Un cambiamento politico sostanziale è un prerequisito per l’ulteriore sviluppo delle relazioni tra l’Ue e la Bielorussia”, afferma Borrell.

“In caso contrario – spiega – dovremo riconsiderare le nostre relazioni con” Minsk “ed eventualmente adottare sanzioni contro i responsabili delle violenze, degli arresti arbitrari e della falsificazione dei risultati elettorali”.

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