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Bielorussia: Lukashenko; non cadiamo, c’è qualcuno cui appoggiarci

Durante la riunione del Consiglio di sicurezza nazionale il presidente bielorusso Alexander Lukashenko ha esortato i leader degli Stati occidentali a concentrarsi sui problemi nei loro paesi. Keystone/EPA BELTA POOL/ANDREI STASEVICH / POOL sda-ats

(Keystone-ATS) Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko ha sottolineato che lo Stato in Bielorussia non è indebolito e ha “qualcuno” su cui appoggiarsi.

“Voglio ribadire – detto Lukashenko alla riunione del Consiglio di sicurezza nazionale, citato dalla Tass – che se pensano che le autorità qui si sono incrinate e ora stanno traballando, si sbagliano: voglio sottolineare che abbiamo qualcuno su cui appoggiarci. Pertanto, non vacilleremo. Percorreremo la nostra strada, come dovremmo fare”.

Il presidente bielorusso crede che l’Occidente continui a finanziare le manifestazioni di piazza e i disordini nel paese: “i paesi occidentali, direttamente, senza nasconderlo, annunciano apertamente la raccolta di fondi e il loro reindirizzamento verso la Bielorussia, lo vediamo”, ha detto durante la riunione.

“Naturalmente non possiamo rintracciare tutti i finanziamenti che vengono inviati qui perché molti sono in contanti. Ma noi lo sappiamo e ci concentreremo su questo problema”, ha detto il presidente, ripreso dalla Tass.

Lukashenko ha quindi esortato i leader degli Stati occidentali a concentrarsi sui problemi nei loro paesi. “I leader dei paesi occidentali ci offrono colloqui e trattative. E allo stesso tempo continuano a spingere i loro interessi. Anche noi lo vediamo e lo capiamo, ma non lo percepiamo. Voglio che mi sentano bene, dato che terranno una riunione a livello di ministri degli esteri o di leader dell’Unione europea oggi o domani”, ha detto.

“Vorrei consigliare loro che prima di puntare il dito contro di noi dovrebbero mettere all’ordine del giorno delle loro riunioni le questioni dei “gilet gialli” in Francia e dei terribili disordini negli Stati Uniti. Voglio che considerino innanzitutto le proteste contro i lockdown per il coronavirus in Germania e in altri paesi europei”.

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