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Bienne: squilibrato ancora in fuga, pubblicato appello alla resa

Questo contenuto è stato pubblicato il 12 settembre 2010 - 18:44
(Keystone-ATS)

BIENNE - Lo squilibrato che da mercoledì scorso tiene la città di Bienne con il fiato sospeso è ancora in fuga. La polizia ha tracciato il suo profilo psicologico: l'uomo odia lo Stato ed ha pianificato la sua azione nei minimi dettagli, compresa la sua morte. Oggi il sito internet della polizia ha pubblicato una lettera scritta da un suo conoscente che lo invita a contattarlo e a farsi aiutare.
"Ho appreso dai media cosa è successo a Bienne e sono quindi venuto in Svizzera, sono molto preoccupato e voglio aiutarti", scrive l'autore della lettera, del quale non si conosce l'identità ma che si firma con "Bobi", si sa solo che vive all'estero.
"La tua azione ha richiamato l'attenzione della popolazione. I tuoi desideri e la tua posizione sono conosciuti. Tuttavia, se ci saranno ulteriori feriti, la simpatia nella popolazione per le tue richieste diminuirà (...), ti chiedo pertanto di non commettere un'ingiustizia per riparare un'ingiustizia e di farti vivo", afferma il conoscente dello squilibrato.
L'autore della missiva invita quindi a contattarlo per telefono - viene indicato un numero da chiamare - o tramite una lettera "come l'avevi fatto in agosto". La lettera si conclude con queste parole: "spero di sentirti presto e che tutto si risolverà".
Ieri, in una conferenza stampa, il negoziatore responsabile della polizia bernese Herter Matthias ha affermato che lo squilibrato "si è preparato per anni a un conflitto armato con la polizia". Nel diario dell'uomo, che quattro giorni fa ha ferito gravemente un poliziotto sparandogli un colpo di fucile, figurano tutte le tappe della sua personale lotta contro le autorità e la polizia.
Il 67enne ha vissuto volontariamente ai margini della società e isolato dal resto del mondo. L'odio che nutriva nei confronti dello Stato e dei suoi rappresentanti non conosceva limiti. L'uomo temeva soprattutto di essere internato. Nelle centinaia di pagine scritte in alcuni decenni, ha denunciato il sistema e lo Stato, ha spiegato Herter.
La polizia, ha detto il capo negoziatore, non era mai stata confrontata con una simile situazione che normalmente si vede solo nei film. Il fuggiasco è un uomo molto intelligente ed è un perfezionista che ama leggere i suoi "exploit" sulla stampa. L'unico modo che ha previsto per uscire da questa situazione sembra essere la suo morte, ha affermato Herter.
Alla luce di queste constatazioni, il comandante della polizia cantonale Stefan Blättler ha deciso un cambiamento di strategia: il numero di agenti in uniforme è stato ridotto a favore di poliziotti in borghese. Sono inoltre state prese misure di protezione per assicurare l'incolumità del prefetto di Bienne, del suo vice e di altri membri delle autorità civili e giudiziarie.
Tutto ha avuto inizio mercoledì mattina quando, verso le 10.00, alcuni poliziotti si sono presentati davanti all'abitazione del pensionato, per prelevarlo e condurlo in una clinica psichiatrica per controlli. I servizi sociali avevano già pensato a un suo fermo per sottoporlo ad assistenza coatta.
L'uomo ha rifiutato di aprire e si è asserragliato nel suo appartamento. A farlo uscire di senno sarebbe stato l'annuncio della messa all'asta, il 29 settembre prossimo, della casa in cui è cresciuto, ereditata assieme alla sorella, che non vive a Bienne ed è entrata in conflitto con il fratello perché voleva vendere lo stabile. Alle autorità comunali era già noto il comportamento "assillante" dell'uomo.

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