Big tech contro Trump, sua riforma favorisce la Cina
(Keystone-ATS) I colossi di internet scendono in campo contro la riforma, voluta da Trump, della legge che protegge i social media dalla responsabilità per i contenuti pubblicati dagli utenti, e consente di rimuovere i post giudicati discutibili, anche se non illegali.
Modificarla – avvertono le aziende – danneggerebbe e distruggerebbe i servizi online che le persone usano ogni giorno, e avvantaggerebbe la Cina.
A prendere posizione, presso la Federal Communications Commission, sono la Internet Association, che annovera tra i membri Google, Facebook, Twitter, Amazon, LinkedIn e Microsoft, e la Consumer Technology Association, associazione che conta circa duemila membri e organizza il Ces di Las Vegas.
La riforma della Sezione 230, cioè la disposizione normativa in esame, “è priva di una base giuridica legittima e provocherebbe un grave danno agli sforzi delle aziende per moderare i contenuti e proteggere così i consumatori”, evidenzia la Internet Association in una nota.
La modifica “butterebbe via due decenni di giurisprudenza consolidata della Sezione 230 che consente alle aziende di rimuovere contenuti quali frodi, media manipolati e promozione del suicidio senza dover affrontare una marea di contenziosi”. Come risultato, “si distruggerebbero molti prodotti e servizi su cui i consumatori fanno affidamento e che utilizzano ogni giorno”.
“È scioccante che il nostro stesso governo cerchi di minare una legge che ha portato a un’innovazione americana senza precedenti, con vantaggi enormi per i nostri consumatori e per l’economia”, evidenzia la Consumer Technology Association. “Se dovessimo indebolire la Sezione 230, il più grande vincitore sarebbe la Cina, che sta investendo miliardi in una campagna a tutto campo per superare i leader tecnologici statunitensi”.