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Bolivia: Morales, forze armate e polizia fermino massacro

Il presidente boliviano dimissionario Evo Morales ha rivolto un appello a forze armate e polizia affinché "mettano fine al massacro"a Cochabamba KEYSTONE/EPA EFE/JORGE ABREGO sda-ats

(Keystone-ATS) Il presidente boliviano dimissionario Evo Morales ha rivolto un appello a forze armate e polizia affinché “mettano fine al massacro”, riferendosi agli scontri ed alle vittime di ieri pomeriggio a Cochabamba.

In riferimento ai suoi sostenitori uccisi negli scontri, Morales ha sostenuto via Twitter che “l’uniforme delle istituzioni della Patria non può macchiarsi con il sangue del nostro popolo”.

In un altro messaggio, il leader boliviano ha “condannato e denunciato davanti al mondo il regime golpista che ha preso il potere assaltando la mia amata Bolivia e che reprime con proiettili delle forze armate e della polizia il popolo che reclama la pacificazione e la restaurazione dello stato di diritto”.

Il rappresentante dell’Ombudsman (Difensore del popolo) di Cochabamba, Nelson Cox, ha intanto reso noto stanotte in una intervista che i morti negli scontri fra sostenitori di Evo Morales e polizia e militari boliviani sono saliti ad otto. “L’uso sproporzionato” della forza è stato condannato dalla Commissione interamericana dei diritti umani (Cidh). Via Twitter la Cidh ha ricordato che “le armi da fuoco debbono essere escluse dai dispositivi utilizzati per il controllo delle proteste sociali”.

L’organismo umanitario ha infine ribadito che “lo Stato ha l’obbligo di assicurare il diritto alla vita e all’integrità fisica di quanti protestano pacificamente”.

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