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Boom delle contraffazioni in Internet e dalla Cina

(Keystone-ATS) L’anno scorso le dogane svizzere hanno sequestrato 3’621 invii postali per tentata importazione di contraffazioni di marchi e design.

In linea con la tendenza configuratasi negli ultimi anni, anche nel 2015 per procurarsi le imitazioni i consumatori elvetici hanno usato principalmente Internet. In otto casi su dieci la merce proveniva dalla Cina e in particolare da Hong Kong, indica in una nota odierna l’associazione Stop alla pirateria.

Si tratta di prodotti messi in circolazione da gruppi di criminali che sfruttano le piattaforme di commercio online, negozi virtuali appositamente creati e i social media per la loro distribuzione.

Il 41% degli articoli contraffatti giunge da Hong Kong, il 39,5% dal resto della Cina e il 10,6% dall’Unione europea, precisa Stop alla pirateria, che si basa sulle statistiche dell’Amministrazione federale delle dogane (AFD).

Contrazione nel traffico turistico

In controtendenza rispetto a quanto avviene nel traffico delle merci commerciabili, in quello turistico si è registrata una leggera contrazione del numero di prodotti sequestrati.

L’anno scorso le dogane elvetiche hanno fermato 2’377 viaggiatori di ritorno in Svizzera per importazione di contraffazioni. Le autorità doganali hanno sequestrato soprattutto borsette e borse da viaggio, abbigliamento e accessori. La maggioranza degli articoli proveniva dalla Turchia (39%), dall’Ue (17%) e dal Kosovo (9%).

Stop alla pirateria è un’associazione di utilità pubblica che ha quale scopo di informare e sensibilizzare la popolazione sui rischi e sui retroscena della contraffazione e della pirateria.

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