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Borsa: sindrome spagnola su Europa, scivolano ancora banche

Questo contenuto è stato pubblicato il 28 aprile 2010 - 20:08
(Keystone-ATS)

MILANO - Nuova battuta d'arresto delle Borse europee che, già deboli per i timori sullo stato di salute di Grecia e Portogallo, frenano ancora con il declassamento di Standard & Poor's del rating sovrano della Spagna.
Finisce così sotto pressione Madrid (-2,99%) dove va in apnea il credito con Banco Santander (-4,18%), Bbva (-4,76%), e Banco Popular (-2,46%). Rifiata, invece, Atene (+0,94%), mentre il "panic selling" torna su Lisbona (-1,89%).
L'indice Dj Stoxx 600, che fotografa l'andamento dei principali titoli quotati sui listini del Vecchio continente, chiude così con una flessione dell'1,3 per cento. Dopo 160 miliardi di capitalizzazione bruciati alla vigilia, ne vanno in fumo altri 65, per un totale di 225 miliardi "polverizzati" in due sedute.
In una nuova seduta da "thriller" sono soprattutto i bancari (sottoindice dj stoxx banks -1,21%) a essere sotto pressione sulle paure di esposizione nei paesi a rischio crac. Oltre agli spagnoli soffrono Kbc (-3,97%), Crédit Agricole (-3,41%) e gli italiani Mps (-3,9%) e Unicredit (-3,63%) con Piazza Affari (Ftse Mib -2,43%, Ftse All Share -2,31%) che è tra i listini peggiori.
Le vendite non risparmiano gli assicurativi (-1,96%) e nel generale cortocircuito sono coinvolti Fortis (-7,4%), particolarmente esposta nei titoli di stato, Ing (-3,8%), Axa (-3,1%) e Generali (-3%) mentre gli acquisti favoriscono Old Mutual (+2,84%) e Prudential (+1,2%) con Londra che contiene le perdite (-0,3%). Male anche gli automobilistici (-1,72%), mentre tengono le materie prime (-0,78%).

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