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Borsa svizzera: chiude in rialzo, SMI +0,20%

(Keystone-ATS) Inizio di settimana positivo per la borsa svizzera: l’indice dei valori guida SMI ha chiuso a 7999,15 punti (+0,20% rispetto a venerdì), rimanendo per la gran parte della seduta sopra gli 8000 punti, una soglia peraltro considerata dagli operatori più psicologica che tecnica. Il listino globale SPI ha guadagnato lo 0,21% a 7552,42 punti.

Le ultime novità provenienti dagli Usa – vendite al dettaglio in aumento in giugno e utile trimestrale di Citigroup superiore alle attese – confermano l’orientamento che interessava le piazze europee sin dalla mattinata. Gli investitori hanno accolto con un sospiro di sollievo il dato sulla crescita cinese nel secondo trimestre: l’espansione del prodotto interno è rallentata, ma non così tanto come si temeva. Ma a tenere banco rimane come sempre la politica monetaria: qualche indicazione sugli sviluppi futuri potrebbe provenire mercoledì e giovedì dalle audizioni al Congresso americano del numero uno della Fed Ben Bernanke.

Sul fronte interno scarseggiavano notizie di rilievo. Per quanto riguarda i singoli titoli si sono mossi bene i bancari UBS (+0,48% a 16,76 franchi), Credit Suisse (+0,68% a 26,84 franchi) e Julius Bär (+0,54% a 39,01 franchi), come pure gli assicurativi Swiss Re (+1,11% a 73,10 franchi) e Zurich (+0,75% a 254,00 franchi).

In progressione hanno terminato anche i valori maggiormente dipendenti dalla congiuntura come ABB (+0,61% a 21,39 franchi), Adecco (+1,20% a 58,80 franchi) e Holcim (+0,75% a 67,35 franchi), mentre in contro tendenza si è mostrata Geberit (-0,16% a 248,60 franchi). Ha chiaramente ripiegato rispetto ai massimi di giornata il segmento del lusso, con Swatch (-0,09% a 540,50 franchi) e Richemont (+0,51% a 89,45 franchi).

Hanno cercato di trainare il listino i pesi massimi difensivi Nestlé (+0,31% a 63,95 franchi) e Novartis (+0,14% a 69,60 franchi), mentre Roche (-0,66% a 242,20 franchi) è costantemente rimasta fra i pochissimi valori negativi: gli investitori temono il concretizzarsi di voci su una possibile acquisizione dell’americana Alexion, una società del Connecticut che vale più di 20 miliardi di dollari.

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