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Borsa svizzera: chiude in ribasso, SMI -0,93%

(Keystone-ATS) Seduta tutta al ribasso per la borsa svizzera, anche se in modo meno marcato rispetto alle altre piazze continentali: l’indice dei valori guida SMI ha chiuso a 5444,55 punti (-0,93% rispetto a ieri), mentre il listino globale SPI ha perso l’1,11% a 4914,82 punti.

Al centro dell’attenzione internazionale figuravano ancora una volta i timori sulla congiuntura e la crisi del debito nella zona euro. Gli investitori vedono farsi sempre più concreto lo spettro di un’insolvenza della Grecia, dopo che ieri all’Eurogruppo è slittata la decisione sulla sesta tranche di aiuto ad Atene. L’atmosfea ricorda quella vissuta tre anni or sono prima del collasso di Lehman Brothers, ha osservato un operatore.

Il presidente dell’Eurogruppo, il primo ministro lussemburghese Jean-Claude Juncker, ha accennato a un maggiore coinvolgimento dei creditori privati nel salvataggio del paese ellenico e questo ha messo sotto pressione i titoli finanziari. Intanto il gruppo bancario franco-belga Dexia, che detiene un forte volume di titoli greci ormai “tossici”, è crollato alle borse Parigi e Bruxelles.

Dagli Usa è giunto il dato sugli ordinativi dell’industria, risultati in calo in agosto contro una stima che li vedeva invariati. Una boccata di ossigeno è però arrivata nel finale di seduta sulla scia delle dichiarazioni del presidente della Federal Reserve Ben Bernanke, dettosi pronto a varare ulteriori misure di sostegno alla crescita.

Intanto sui mercati valutari sono tornate a circolare voci riguardo a un possibile innalzamento, da parte della Banca nazionale svizzera, della soglia minima di intervento nel cambio euro/franco: attualmente è fissata a 1,20, ma secondo taluni potrebbe essere presto portata a 1,25 o a 1,30.

Per quanto riguarda i singoli titoli hanno sofferto per tutta la giornata i bancari Credit Suisse (-3,49% a 22,10 franchi) e Julius Bär (-2,66% a 29,59 franchi), mentre UBS (+1,39% a 10,23 franchi) è apparsa in controtendenza grazie all’annuncio di un trimestre chiusosi con un lieve utile – non ancora quantificato – nonostante la perdita miliardaria provocata da un trader a Londra.

Le preoccupazioni relative alla tenuta dell’economia globale hanno affondato i titoli maggiormente legati alla congiuntura come ABB (-3,35% a 15,00 franchi) e Adecco (-2,59% a 34,29 franchi), nonché la sempre volatile Transocean (-6,30% a 40,92 franchi).

Nel segmento del lusso Swatch (+1,31% a 302,40 franchi) ha recuperato in modo spettacolare nel finale, trascinando con sé anche Richemont (-0,42% a 40,73 franchi), che perdeva oltre il 4%. Syngenta (-2,29% a 230,00 franchi) si è vista annullare in Francia un’autorizzazione per un insetticida ed è confrontata con possibili richieste di risarcimento degli apicoltori.

Una certa resistenza alla corrente generale è stata prestata dai valori difensivi Nestlé (-0,10% a 50,10 franchi) e Roche (-0,54% a 146,00 franchi); Novartis è in flessione dello 0,98% (a 50,35 franchi).

Nel mercato allargato Clariant (-3,08% a 7,86 franchi) ha reso noto la cessione – per 4 milioni di euro – di un suo settore d’attività con produzione in India.

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