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Borsa svizzera: chiude in ribasso ai minimi da un anno, SMI -3,13%

(Keystone-ATS) La Borsa svizzera ha chiuso oggi in netto ribasso, scendendo ai minimi da un anno. L’indice dei valori guida SMI ha terminato a 7966,34 punti, giù del 3,13% rispetto a ieri, mentre il listino globale SPI ha perso il 2,96% a 8228,94 punti.

Archiviata la seduta positiva di ieri il mercato è tornato confermare la tendenza negativa che lo contraddistingue dall’inizio dell’anno. Oggi l’SMI ha segnato un minimo di 7935,47 punti: è la prima volta che l’indice scende sotto gli 8000 punti da gennaio 2015, il mese in cui la Banca nazionale svizzera abolì la soglia minima di cambio con l’euro. Rispetto a inizio 2016 l’arretramento è già di circa il 9%.

La nuova flessione del prezzo del petrolio – che ieri si era stabilizzato ma che oggi è tornato scendere sotto 27 dollari – sta spaventando gli investitori, rinfocolando i timori sulla crescita mondiale. Stando agli operatori, l’atmosfera è estremamente nervosa: l’indice di volatilità è salito ai massimi dal settembre 2015.

La ripresa di ieri si è rivelata effimera. “La gente aspetta il momento buono per vendere: il motto non è più compra quando i corsi scendono, bensì vendi quando salgono”, ha detto uno specialista alla Reuters. Gli ultimi dati congiunturali americani relativi a prezzi al consumo, reddito e costruzione nuove case hanno invece avuto scarso impatto.

Sul fronte interno i riflettori erano puntati su Zurich (-10,82% a 220,00 franchi), che ha creato il panico con un inatteso avvertimento sugli utili. “L’azienda ha seri problemi, la nave sta sbandando e necessita di un capitano dal polso forte”, ha commentato un operatore. Sotto pressione è stato anche un altro valore assicurativo, Swiss Re (-4,41% a 90,05 franchi), come pure i bancari UBS (-3,99% a 16,36 franchi), Credit Suisse (-4,99% a 17,69 franchi) e Julius Bär (-4,53% a 40,92 franchi).

Male orientati si sono rivelati i titoli maggiormente sensibili alla congiuntura come ABB (-2,55% a 16,04 franchi), Geberit (-2,85% a 327,60 franchi), Adecco (-3,46% a 58,55 franchi) – che non ha commentato voci relative a un interessamento al concorrente britannico Hays – e LafargeHolcim (-4,50% a 40,74 franchi). Nel segmento del lusso Swatch (-3,22% a 315,40 franchi) non si è discostata molto da Richemont (-2,59% a 62,10 franchi). Transocean (-7,45% a 8,76 franchi) ha sofferto in modo particolare il calo del greggio.

Alla tendenza generale non si sono sottratti nemmeno i pesi massimi difensivi Nestlé (-2,32% a 69,60 franchi), Novartis (-2,57% a 79,70 franchi) e Roche (-2,50% a 253,30 franchi). Ha limitato le perdite invece SGS (-0,11% a 1847,00 franchi), prima blue chip ad avere presentato i conti 2015, risultati in linea con le attese: secondo un operatore molti scommettevano però su una sorpresa negativa e l’azione ha beneficiato quindi di acquisti.

Completano il quadro dei titoli SMI Actelion (-2,51% a 128,40 franchi), Givaudan (-3,26% a 1751,00 franchi), Swisscom (-3,84% a 463,70 franchi) e Syngenta (-2,69% a 358,00 franchi).

Nel mercato allargato hanno informato sull’andamento degli affari Barry Callebaut (-1,30% a 1060,00 franchi) e Looser (-3,33% a 39,25 franchi). In forte calo ha chiuso EFG International (-7,77% a 8,78 franchi) dopo una notizia di stampa che la indica interessata a rilevare l’istituto ticinese BSI.

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