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Borsa svizzera chiude negativa, SMI -0,68%

(Keystone-ATS) La borsa svizzera ha chiuso la seduta odierna in territorio negativo, con l’indice SMI dei titoli guida che si è assestato a 8’164,20 punti, in calo dello 0,68% rispetto a ieri, mentre l’indice complessivo SPI è sceso dello 0,61% a quota 8’902.79.

È quindi durato poco l’effetto rimbalzo dovuto al rialzo del greggio dopo la decisione dell’Opec di ridurne la produzione, fattore questo che aveva spinto verso l’alto le piazze finanziarie asiatiche. Gli esperti al riguardo hanno fatto notare che l’estrazione dell’oro nero, anche con il nuovo regime concordato ad Algeri, rimane elevata, per cui sarà molto difficile riportare il mercato in equilibrio tra domanda e offerta. Un’incognita è inoltre rappresentata dai produttori non membri dell’Opec, come la Russia.

Continuano intanto le speculazioni circa un prossimo aumento dei tassi da parte della Fed americana. Oggi il presidente della Federal Reserve di Atlanta, Dennis Lockhart, ha affermato che “le condizioni sono appropriate per un rialzo in una delle prossime riunioni”.

Sul fronte interno si è esaurita la spinta propulsiva di LafargeHolcim, che ha chiuso piatta (a 52.65 franchi), facendo comunque meglio degli altri titoli ciclici: ABB a fine seduta ha fatto segnare -0,41% (a 21.79 franchi), Adecco -0,72% (a 55.00 franchi) e Geberit -0,82% (a 422.80 franchi).

Tra i pesi massimi difensivi solo il colosso dell’alimentare Nestlé è riuscito ad aggrapparsi alla soglia della parità (+0,06% a 77.10 franchi). I farmaceutici Novartis (-1,65% a 77.25 franchi) e Roche (-1,14% a 241.80 franchi) hanno invece pesantemente trascinato i listini verso il basso.

Senza una chiara direzione, dopo il rimbalzo di ieri, i bancari: UBS è scivolata dello 0,08% (a 13.03 franchi), Julius Bär dello 0,68% (a 39.36 franchi) e solo Credit Suisse ha tenuto saldamente la testa fuori dall’acqua con un progresso dell’1,78% (a 12.60 franchi).

Stando all’agenzia Bloomberg, il secondo istituto bancario elvetico sarebbe in trattative con il Dipartimento di giustizia (DoJ) americano per trovare un accordo extragiudiziale che metta fine alla vertenza sui controversi affari ipotecari degli anni passati. L’intesa potrebbe arrivare nello spazio di alcune settimane.

Sul mercato allargato i riflettori sono stati puntati sullo specialista dell’industria fotovoltaica Meyer Burger: il gruppo con sede a Thun (BE) ha annunciato stamane una ristrutturazione che comporterà la soppressione di circa 250 posti di lavoro, pari al 16% del totale. Un terzo degli esuberi riguarda la Svizzera. Il titolo in borsa ha guadagnato l’1,19% (a 3.39 franchi).

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