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Borsa svizzera rimane fiacca

(Keystone-ATS) La borsa svizzera recupera terreno rispetto all’avvio delle contrattazioni ma rimane fiacca: l’indice SMI dei titoli guida segna a due ore dalla chiusura 8’268,73 punti, in calo dello 0,05%, mentre l’indice complessivo SPI perde lo 0,06% a quota 9’041,27.

In generale le Borse europee sono caute nella giornata dell’insediamento di Donald Trump alla presidenza Usa, mentre in Asia le Borse sono state trainate dai listini cinesi dopo che il pil della Cina ha confermato i segnali di stabilizzazione dell’economia di Pechino.

Il focus degli investitori resta concentrato sull’insediamento di Trump: nel corso della settimana il dollaro e le borse hanno frenato in attesa di misurare il neo presidente Usa sui fatti. Da Davos è intanto risuonato l’allarme del finanziere George Soros, secondo cui il tycoon americano, definito “un dittatore”, “non farà bene alle borse”.

Sulla piazza zurighese continua la progressione di Credit Suisse (+0,52%), mentre scivolano UBS (-1,13%) e Julius Bär (-1,04%). Contrastati gli assicurativi: Zurich sale dell’0,47%, Swiss Re rimane sulle quotazioni di ieri e Swiss Life arretra dello 0,71%.

In sostanziale progressione Syngenta (+1,22%), in procinto di passare sotto il controllo di ChemChina, che oggi ha chiesto alle autorità americane della concorrenza di dare via libera all’operazione.

Tra i pesi massimi difensivi solo Roche si mantiene a galla (+0,30%): arrancano invece Novartis (-0,35%) e il colosso dell’alimentare Nestlé (-0,07%).

Oggi è stato reso noto che il gruppo elvetico-francese LafargeHolcim, uno dei più importanti produttori mondiali di cemento, è finito nel mirino della giustizia francese per aver proseguito le sue attività in Siria malgrado l’embargo dell’Unione europea. In borsa il titolo si muove attorno alla soglia della parità.

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