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Bosnia/Erzegovina, migranti ben integrati in Svizzera

(Keystone-ATS) Le circa 35 mila persone provenienti dalla Bosnia e Erzegovina (BeE) residenti in Svizzera, molti dei quali in possesso di un permesso di domicilio (C), sono ben integrati nel tessuto sociale del Paese, specie i rappresentanti (di origine bosniaca, croata o serba) della seconda generazione. È la conclusione cui è giunto uno studio eseguito in comune dall’Ufficio federale della migrazione (UFM) e dalla Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC). I residenti originari della BeE tendono a riunirsi sulla base dell’origine etnica e religiosa e a scegliere un partner all’interno di quest’ultima.

Le persone originarie di questo stato dei Balcani rappresentano circa il 2% della popolazione residente permanente straniera, indica una nota odierna dell’UFM, molte delle quali con permesso di domicilio. Tenendo conto di altri statuti, “in totale si può tuttavia considerare che le persone originarie della BeE residenti in Svizzera sono circa 60 000”.

La prima ondata migratoria, di carattere economico, risale agli anni ’60 e ’80, quando ancora la BeE faceva parte della Jugoslavia. La seconda ondata, negli anni ’90, si spiega con la guerra che ha lacerato questa regione. Nel 1992 sono entrati in Svizzera soprattutto rifugiati. Attualmente, gli immigrati provenienti dalla BeE sono pochi.

Oltre il 65% vive principalmente in sette cantoni: San Gallo (4802), Argovia (4267), Zurigo (4039), Vaud (3342), Lucerna (2279), Berna (2065) e Ticino (1938). Il motivo principale di questa densità è, secondo lo studio, la presenza di città di una certa importanza, più attrattive economicamente o perché in loco si trovavano già famigliari o una comunità strutturata.

La maggior parte delle organizzazioni e associazioni raggruppa persone della medesima comunità, sia essa bosniaca, croata o serba. I contatti tra organizzazioni di diversa estrazione sono rari. Pressoché inesistenti, invece, le organizzazioni nazionali di persone provenienti dalla BeE.

Lo studio prende anche in considerazione aspetti come il matrimonio. Si è constatato, infatti, che le persone originarie della BeE scelgono di preferenza un/una partner della stessa etnia o religione, oppure si sposano con un cittadino naturalizzato di origine bosniaca, croata o serba. Stando allo studio, la tendenza al matrimonio endogamico si è rafforzata dopo la guerra civile degli anni ’90.

Seppur bene integrati nel tessuto socio-economico del Paese di accoglienza, le persone originarie della BeE conservano un legame profondo col Paese d’origine, soprattutto con le regioni di provenienza, dove spesso vivono ancora membri della famiglia. Ciò vale soprattutto per la prima generazione della diaspora.

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