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Brexit: GB divisa in due, parità fra i sì e i no

(Keystone-ATS) La Gran Bretagna è divisa in due sulla Brexit. Secondo l’ultimo sondaggio di YouGov pubblicato dal Times è quasi parità fra i due schieramenti in campo: il 38% dei cittadini è in favore dell’uscita dall’Ue, mentre il 37% chiede di restare nel ‘club dei 28’.

Le spaccature non sono solo nell’elettorato ma anche dentro il governo di David Cameron, attaccato dal suo ministro della Giustizia, Michael Gove, secondo cui l’accordo concluso con Bruxelles “non è legalmente vincolante”.

E nello scontro sul referendum del 23 giugno si inserisce anche Ryanair che non solo annuncia di sostenere la permanenza del Paese in Europa ma promette di fare una propria campagna per aiutare il premier britannico.

I ‘giochi’ sono ancora da decidere. Per YouGov infatti gli indecisi rappresentano ben il 25% del campione, una ‘fetta’ quindi determinante che dovrà essere convinta da qui a giugno. E non è ancora possibile stabilire la portata dell’effetto Boris Johnson dopo la discesa in campo del sindaco conservatore di Londra in favore della Brexit.

Non è lui però oggi il protagonista del fronte euroscettico Tory. A criticare Cameron è stato infatti Gove, tornato ancora una volta a mettere in dubbio la validità legale dell’intesa con Bruxelles. “È un dato di fatto che la Corte europea di giustizia non sia vincolata da questo accordo sino a quando non saranno cambiati i trattati e non sappiamo quando questo accadrà”, ha detto il ministro.

Downing Street ha risposto alle sue dichiarazioni con un comunicato in cui si torna a ribadire che l’intesa raggiunta ha invece “valore legale”. In ‘soccorso’ del premier è dovuto intervenire anche il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, che ha garantito sulla irreversibilità dell’accordo, rispetto all’intervento di una Corte europea. “Ora la parola va al popolo britannico: rispetteremo le sue decisioni. Se la Gran Bretagna lascerà l’Europa, l’Unione cambierà, ma in peggio”, ha detto ancora Tusk.

Intanto il dibattito sulla Brexit coinvolge i rappresentanti dei settori più diversi. Un gruppo di generali britannici in pensione ha scritto in una lettera pubblicata dal Daily Telegraph che Londra è più sicura se resta nell’Ue da una serie di minacce, a partire dall’Isis. Mentre la compagnia aerea irlandese Ryanair, che ha nell’aeroporto londinese di Stansted il suo ‘hub’ europeo, ha lanciato un appello ai britannici per un “grande sì” all’Europa, dopo che di recente si era espresso in modo simile il concorrente Easyjet.

“Ryanair, il nostro personale e mi auguro la gran parte dei nostri clienti lavoreranno insieme nei prossimi mesi per fare in modo che vinca il sì all’Europa il 23 giugno”, ha detto l’amministratore delegato della compagnia low cost, Michael O’Leary, chiamando a raccolta dipendenti e viaggiatori che dovrebbero unirsi nel sostenere gli sforzi di Cameron.

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