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Bruno Manser: 10 anni da scomparsa, DFAE accoglie delegazione Penan

(Keystone-ATS) BERNA – A dieci anni dalla scomparsa di Bruno Manser – noto militante ecologista sparito nelle foreste del Borneo dove si era battuto per la causa degli indigeni Penan – il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) accoglie oggi a Berna una delegazione di nativi della regione del Sarawak, nella Malaysia orientale. A Basilea, città nella quale l’ecologista era nato, è prevista domani una celebrazione pubblica in sua memoria.
La cerimonia si terrà nella Chiesa Elisabeth, luogo di culto ecumenico aperto a ogni credo e religione: vi parteciperanno l’avvocato dei diritti territoriali e politico malese Baru Bian, il presidente del governo basilese Guy Morin, Thomas Stocker del consiglio del Clima dell’ONU e la sorella dell’ecologista scomparso Monika Niederberger Manser. Lo indica oggi il Fondo Bruno Manser (FBM) in una nota.
Il 10 marzo 2005 il Tribunale civile di Basilea ha dichiarato il militante ecologista morto dal punto di vista giuridico, quasi cinque anni dopo la sua scomparsa. L’ultimo segno di vita documentato di Manser risale infatti al 23 maggio 2000, data dell’invio di una lettera alla sua compagna.
Bruno Manser, nato il 25 agosto 1954 a Basilea, era malvisto dalle autorità della Malaysia e dagli industriali del legno per la sua lotta a favore degli indigeni Penan, con i quali aveva vissuto nella giungla del Sarawak fra il 1984 ed il 1990. Egli aveva lasciato il Paese dopo un mandato d’arresto spiccato nei suoi confronti. Di ritorno in Svizzera, non aveva però cessato la lotta e si era conquistato una rinomanza nazionale quando nel 1993 aveva inscenato uno sciopero della fame di 60 giorni davanti a Palazzo federale a Berna.
Il 29 marzo 1999 Manser era atterrato con un parapendio motorizzato a Kuching, presso la residenza del primo ministro del Sarawak. Immediato l’arresto. Per la sua spettacolare azione in favore dei Penan e contro la distruzione selvaggia della foresta tropicale in cui vivono, era stato dichiarato “nemico dello Stato” ed espulso dalla Malaysia, in cui era già considerato “persona non grata”.
Nella primavera del 2000 aveva però di nuovo tentato di raggiungere, clandestinamente, il Sarawak passando per la parte indonesiana dell’isola del Borneo. Manser sarebbe stato visto l’ultima volta da un membro della tribù Penan a fine maggio. All’uomo il basilese avrebbe detto di avere l’intenzione di scalare il monte Batu Lawi, una montagna di 2000 metri di altitudine con versanti molto scoscesi.
Non è quindi esclusa l’ipotesi dell’incidente oltre che quella di una possibile uccisione. Le indagini delle autorità malaysiane e due spedizioni in loco dalla Svizzera in sua ricerca non hanno però dato alcun risultato.
Manser aveva ricevuto diversi premi per il suo impegno politico-ambientalista. Una sua biografia è stata pubblicata dalla casa editrice bernese Zytglogge, con il titolo “Bruno Manser – Die Stimme des Waldes” (Bruno Manser – la voce della foresta).

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