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Case Usa fanno tremare borse, bene titoli stato

(Keystone-ATS) MILANO – Giornata di grande nervosismo per tutte le Borse mondiali, scivolate dopo l’ennesimo dato negativo dell’economia Usa, quello sul mercato immobiliare di luglio ai minimi degli ultimi 11 anni: l’indice Stxe 600, che fotografa l’andamento dei principali titoli quotati sui listini europei, ha segnato un calo all’1,70% finale, ma per più di un’ora si è temuto il crollo.
Debacle che c’è stata sul mercato azionario di Atene (-3,42%) e soprattutto su quello di Dublino, in ribasso finale del 5,36%, mentre tra le Borse principali la più pesante è risultata Parigi, che ha perso l’1,75%. Le vendite, già consistenti per tutta la seduta, sono scattate dopo che le compravendite di case esistenti negli Usa in luglio sono crollate del 27,2% a 3,83 milioni di unità, un dato nettamente peggiore delle stime degli analisti, che avevano previsto una flessione contenuta al 13,4%.
Il problema è che la ripresa del settore immobiliare è strettamente legata al mercato del lavoro ed evidentemente non bastano gli attuali tassi d’interesse, ai minimi storici, a rilanciare il settore. Così anche Wall street ha accusato il colpo in avvio, per poi limare le perdite dopo qualche ora di contrattazioni.
Anche Tokyo aveva annusato l’aria concludendo la sua seduta in chiaro ribasso, con grande debolezza dei titoli delle materie prime, i primi a registrare i segnali di stanca dell’economia mondiale, nonostante la partita aperta sul gigante Potash. Male anche i gruppi dell’energia, che scontano il continuo calo del prezzo del petrolio.

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