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Casse pensioni: rendite migliori nel 2016, ma rimangono incertezze

(Keystone-ATS) La situazione delle casse pensioni è migliorata nel 2016: il rendimento patrimoniale è salito in media al 3,7% contro lo 0,8% del 2015. Lo scrive oggi la Commissione di alta vigilanza della previdenza professionale (CAV PP) nel suo rapporto annuale.

Dal documento traspare tuttavia grande incertezza per il futuro a causa della situazione interna (attuazione dell’iniziativa contro l’immigrazione di massa, riforma dell’imposizione delle imprese e Previdenza vecchiaia 2020) e di quella internazionale (elezione di Donald Trump alla presidenza degli USA e conseguenze della Brexit).

Basandosi sui dati di circa il 92,5% degli istituti di previdenza – pari a una somma di bilancio complessiva di 914 miliardi di franchi (2015: 864 miliardi) – nell’anno in rassegna il grado di copertura medio degli istituti è rimasto stabile (103%). Si osserva tuttavia una differenza netta: l’88% degli istituti di previdenza senza garanzia dello Stato ha un grado di copertura di almeno il 100%, mentre tra gli istituti con garanzia statale solo il 4% raggiungeva questa quota, indica una nota odierna della CAV PP.

Istituti invitati a evolvere

Nonostante rendite più elevate, la situazione delle casse pensioni resta difficile a causa dei tassi di interesse sempre molto bassi (si è passati da un tasso medio del 2,66% nel 2015 al 2,43% nel 2016) e tassi di copertura immutati nel 2016. La Commissione di alta vigilanza invita gli istituti ad evolvere e non nasconde che l’accettazione della riforma Previdenza vecchiaia 2020 potrebbe in questo senso aiutarli.

In caso di “sì” il prossimo 24 settembre, gli istituti di previdenza potranno applicare tassi di conversione più realistici nella parte obbligatoria della previdenza, ha dichiarato oggi in una conferenza stampa a Berna il presidente della CAV PP, l’ex consigliere nazionale Pierre Triponez (PLR/BE).

Con un tasso di conversione minimo che passerebbe dal 6,8% al 6% nella parte obbligatoria del Secondo pilastro, la riforma potrebbe alleggerire la pressione che pesa sulle casse pensioni. Sebbene il sistema sia diventato più sicuro negli ultimi anni, l’obiettivo del Secondo pilastro è fortemente rimesso in discussione non soltanto dal livello troppo basso dei tassi di interesse, ma anche dall’evoluzione demografica, ha sottolineato Triponez.

A suo avviso, “siamo di fronte a un cambiamento molto importante”. Per questo motivo “sono necessari adattamenti a livello di legge. Con la direzione fissata dalla riforma “si metterebbe fine a un immobilismo sia per gli attori coinvolti oggi che per le generazioni future”, ha aggiunto Triponez.

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