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Catalogna: violenza sul voto in Catalogna, “centinaia di feriti”

Centinaia di feriti negli scontri in Catalogna KEYSTONE/EPA EFE/ANDREU DALMAUS sda-ats

(Keystone-ATS) Giornata di violenze oggi in Catalogna. La polizia spagnola è intervenuta con la forza in centinaia di seggi elettorali per impedire lo svolgimento del referendum di indipendenza catalano.

La mossa di Madrid non ha permesso di impedire il voto, come aveva promesso il premier spagnolo Mariano Rajoy, che aveva dichiarato “illegale” il referendum. La maggior parte degli oltre 6mila seggi, dove erano chiamati al voto 5,3 milioni di catalani, ha potuto aprire. Migliaia di persone hanno fatto la coda tutto il giorno davanti ai seggi. Ma la polizia spagnola ha potuto sequestrare molte urne. E ha inoltre tagliato i collegamenti internet a più seggi. Il ‘govern’ prevede comunque “milioni” di voti. Il conteggio si annuncia difficile e lungo.

Le cariche degli agenti in tenuta anti-sommossa che hanno usato contro civili riuniti pacificamente a difesa dei seggi manganelli, pallottole di gomma, lacrimogeni, hanno provocato oltre 760 feriti. Alcuni, secondo il governo catalano, gravi. Le immagini della violenza degli agenti spagnoli, dei volti insanguinati dei civili, di anziani colpiti dai manganelli, hanno fatto il giro del mondo provocando incredulità e condanne.

La violenza della reazione spagnola ha sorpreso perfino i dirigenti catalani, impegnati da mesi in un durissimo braccio di ferro con Madrid. “E’ una vergogna che accompagnerà per sempre l’immagine dello Stato spagnolo”, ha tuonato il presidente catalano Carles Puigdemont. “Dai tempi del franchismo non si vedeva una tale violenza di stato”, ha accusato il portavoce del governo Jordi Turull, minacciando di portare Madrid “davanti ai tribunali internazionali”.

Madrid ha definito invece “esemplare” l’operato della polizia: “Hanno agito in forma professionale e proporzionale”, ha detto la vicepremier Soraya de Santamaria. “Non c’è stato alcun referendum”, ha seccamente negato in serata in diretta tv il premier Mariano Rajoy, “la maggioranza dei catalani non ha partecipato” e quella che si è consumata oggi è stata “una sceneggiata”.

La giornata era iniziata in una calma relativa. Alle 9 sono entrati in azione i 10mila agenti spagnoli in tenuta anti-sommossa. Uno dei primi seggi presi d’assalto è stato quello di San Julia de Rumi, a Girona, dove doveva votare Puigdemont. Decine di agenti della Guardia Civil hanno attaccato il seggio come se fosse un fortino nemico, sfondato la porta e sono piombati all’interno in cerca delle urne. La stessa scena si è ripetuta in 319 altri seggi. La popolazione ha reagito pacificamente con forme di resistenza passiva.

A Barcellona ci sono state numerose cariche, la polizia spagnola ha usato contro la folla anche proiettili di gomma. I villaggi della Catalogna profonda non sono stati risparmiati. Ad Aguaviva, vicino a Girona, hanno caricato a manganellate decine di persone, fra cui molti anziani, sedute per terra per difendere il seggio, usando anche i lacrimogeni.

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