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CERN: bosone di Higgs, nuovo identikit più preciso

(Keystone-ATS) Il bosone di Higgs ha un nuovo identikit più preciso. Indica che la particella grazie alla quale ogni cosa ha una massa somiglia molto a quella prevista dalla teoria di riferimento della fisica contemporanea, il Modello Standard.

Il risultato, annunciato dal CERN di Ginevra, è stato ottenuto combinando i dati raccolti dagli esperimenti che nel 2012 hanno scoperto la particella, Atlas e Cms, entrambi condotti nell’acceleratore più grande del mondo, il Large Hadron Collider (LHC).

Solo nel maggio scorso la combinazione dei dati dei due grandi esperimenti, ad ognuno dei quali collaborano circa 2’000 persone, aveva fornito la misura più precisa della massa del bosone di Higgs.

I nuovi dati descrivono adesso come il bosone di Higgs interagisce con le altre particelle. “Combinare i dati dei due esperimenti permette un altissimo livello di precisione, per raggiungere il quale un unico test avrebbe richiesto almeno altri due anni di lavoro”, ha osservato il direttore generale del CERN, Rolf Heuer. Complessivamente “è’ stato un lavoro enorme, nel quale sono stati analizzati oltre 4.200 parametri”, ha detto il responsabile dell’esperimento Cms, Tiziano Camporesi. “

Combinare i dati di due esperimenti sembra facile, ma non è affatto banale – ha spiegato il vicepresidente dell’Istituto Nazionale italiano di Fisica Nucleare (Infn), Antonio Masiero – perché ognuno di essi ha risultati ottenuti da rivelatori diversi e con differenti gradi di precisione”. L’identikit del bosone di Higgs, ha detto ancora Masiero, “è un bel risultato, che conferma i valori indicati dal Modello Standard”.

Non c’è quindi, al momento, nessuna traccia della cosiddetta ‘nuova fisica’, ossia di fenomeni in contraddizione con la teoria di riferimento. Ma è anche vero che il bello comincia adesso. I dati finora analizzati si riferiscono infatti alle misure prese quando l’acceleratore funzionava ad un’energia più bassa: 7.000 miliardi di elettronvolt (7 TeV) contro gli attuali 13 TeV. “Sarà interessante – ha osservato Masiero – vedere se l’identikit del bosone di Higgs sarà confermato anche dai nuovi dati raccolti a questa energia più elevata”.

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