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CF: consolidamento finanze, si torni a PCon 2014

(Keystone-ATS) L’attuale situazione politico-finanziaria non permette di agire né a livello di entrate fiscali supplementari, né di riduzione massiccia delle spese per il personale, poiché ciò implicherebbe una sensibile riduzione delle prestazioni e la modifica di varie leggi. È quanto indica il messaggio approvato oggi dal Consiglio federale, in cui si domanda al parlamento di riprendere in mano il pacchetto di consolidamento e verifica dei compiti (PCon 2014) rinviato lo scorso dicembre al Governo.

Il PCon 2014 prevede risparmi per 700 milioni all’anno dal 2014 al 2016. Per il Governo, nella prospettiva odierna questo pacchetto equilibrato è sufficiente per mantenere sulla buona rotta le finanze federali.

Nel dicembre scorso, grazie ad un’insolita alleanza tra Partito socialista, Verdi e Unione democratica di centro, il Consiglio nazionale aveva rinviato definitivamente il PCon 2014 al Consiglio federale, con l’incarico di elaborare due scenari.

Nel primo si chiedono proposte che permettano di riequilibrare le finanze federali attraverso entrate supplementari o rinunce a riduzioni di imposte. Il secondo scenario deve presentare invece tre varianti per stabilizzare a 3 miliardi i crediti 2014-2016 per il personale, pari a un taglio di circa 300 milioni di franchi all’anno. Nel contempo viene chiesta una stabilizzazione della quota d’incidenza della spesa pubblica (uscite/PIL) al livello del Consuntivo 2012.

Stando a una nota odierna dell’Amministrazione federale delle contribuzioni (AFC), il Governo non vede alcuna possibilità di attuare misure di sostituzione del PCon 2014 circa le entrate. Per quanto riguarda gli introiti fiscali con un forte gettito, sono infatti già pianificati o in fase di elaborazione aumenti, riduzioni o riforme (aumento dell’IVA a favore dell’AVS, aumento dell’imposta sugli oli minerali per il fondo per le strade nazionali e il traffico d’agglomerato, abolizione della tassa di bollo sul capitale proprio nel quadro della Riforma III dell’imposizione delle imprese, sostituzione dell’imposta preventiva con un’imposta prelevata presso l’agente pagatore).

Inoltre, le riforme fiscali sono spesso complesse e richiedono tempo, ragione per cui non sono prese in considerazione per la sostituzione di un pacchetto di consolidamento. Per preservare un equilibrio duraturo delle finanze, il Consiglio federale ritiene necessario fissare le priorità delle riforme fiscali e, a seconda del caso, garantire un contro-finanziamento adeguato.

Sul fronte dei tagli per il personale, il Governo ha elaborato tre varianti. La variante 1 prevede che ogni dipartimento riduca linearmente del 6,1% le proprie uscite per il personale (ogni dipartimento può definire priorità). La variante 2 richiede tagli pari al 7,3% nei settori in cui l’adempimento dei compiti spetta unicamente alla Confederazione. Con la variante 3, nei settori in cui la gestione dell’adempimento dei compiti avviene primariamente mediante prescrizioni e sussidi, le uscite per il personale devono essere ridotte del 17%, mentre nei settori di competenza della Confederazione del 2,5%.

Nel suo messaggio il Governo tratteggia le misure che potrebbero soddisfare queste richieste, ma puntualizza che per raggiungere determinati obiettivi bisognerà rinunciare a determinati compiti incisivi e ridurre notevolmente le prestazioni, ciò che non può essere attuato senza modifiche di legge.

Il Consiglio federale crede che, alla luce dell’attuale situazione politico-finanziaria, le tre varianti non siano accettabili, tanto più che il Piano finanziario 2016-2018 presenta eccedenze in costante crescita.

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