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CF: internamenti amministrativi, pronta la Commissione speciale

Questo contenuto è stato pubblicato il 05 novembre 2014 - 15:10
(Keystone-ATS)

La commissione di esperti incaricata di riesaminare la storia degli internamenti amministrativi disposti prima del 1981 e altri episodi di "questo fosco capitolo della storia sociale svizzera" è pronta a mettersi all'opera. Il Consiglio federale ha nominato oggi gli esperti che lavoreranno sotto la direzione di Markus Notter. Il Fondo nazionale svizzero dovrà esaminare la possibilità di svolgere un programma nazionale di ricerca su questo tema.

La legge sulla riabilitazione degli internati amministrativi, che riconosce giuridicamente i torti inflitti alle vittime, è entrata in vigore il primo agosto. Il testo, oltre alla riabilitazione di chi è stato ingiustamente internato, prevede la realizzazione di uno studio scientifico per far piena luce sui fatti e impone alle autorità la conservazione dei dossier che riguardano le vittime, nonché il diritto a consultarli gratuitamente.

La commissione, che dovrebbe terminare i lavori nel 2018, dovrà esaminare la storia degli internamenti amministrativi prima del 1981, analizzando anche le motivazioni delle autorità. Studierà anche le analogie con altre misure coercitive a scopo assistenziale e con i collocamenti extrafamiliari.

L'idea di chiedere che venga realizzato uno studio anche dal Fondo nazionale per la ricerca scientifica (FNS) era stata lanciata anche dalla tavola rotonda sugli internamenti amministrativi, istituita nel giugno 2013. I partecipanti ritengono che una commissione di esperti non sia sufficiente a tracciare un quadro generale che tenga conto di tutte le tipologie di vittime.

In Svizzera, fino al 1981, decine di migliaia di persone sono state internate sulla base di una decisione amministrativa, senza decisione di un tribunale. Molte donne sono state sottoposte a sterilizzazione o costrette all'aborto, migliaia di bambini sono stati dati in adozione contro la volontà delle loro madri o collocati in istituti e costretti a lavorare senza remunerazione. Molte di queste persone vivono in condizioni di difficoltà finanziarie o psicologiche a causa degli abusi, delle umiliazioni e della stigmatizzazione di cui sono stati oggetto per decenni.

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