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CF: lavoratori distaccati, multe più severe per chi sgarra

(Keystone-ATS) No a misure nell’ambito dei contratti normali e collettivi di lavoro, sì a un inasprimento delle multe – da 5 mila a 30 mila franchi al massimo – per chi viola le disposizioni sui lavoratori distaccati in fatto di salari e condizioni di lavoro vigenti in Svizzera.

Lo ha deciso oggi il Consiglio federale affrontando le misure di accompagnamento alla libera circolazione delle persone.

Il consigliere federale Johann Schneider-Ammann ha giustificato la sospensione dei provvedimenti riguardanti i contratti di lavoro con le forti opposizioni provenienti in particolare dagli ambienti economici e dai partiti loro vicini.

Il ministro dell’economia si è detto in ogni caso “fiero” che tale decisione sia stata concordata tra sindacati e imprenditori durante la tavola rotonda sul franco forte: le parti hanno giudicato inutile per il momento mettersi all’opera finché non si saprà come verrà applicata l’iniziativa UDC contro l’immigrazione di massa.

Ha invece raccolto ampi consensi, specie tra i cantoni, l’incremento delle sanzioni relative alla Legge sui lavoratori distaccati (LDist), norma che concerne quelle persone che possono lavorare in Svizzera per 90 giorni al massimo per anno civile su incarico di un datore di lavoro UE o AELS.

Entro il mese di ottobre il DEFR dovrà presentare un progetto parallelamente alla prevista revisione della legge contro il lavoro nero inviata oggi in consultazione.

Come indicato da Boris Zürcher, capo della Direzione del lavoro alla Segreteria di stato dell’economia (SECO), l’aumento delle sanzioni è un modo pragmatico per combattere il problema del dumping sociale e salariale.

Nel suo progetto presentato lo scorso settembre, il Consiglio federale aveva previsto una serie di misure che contemplavano modifiche al Codice delle obbligazioni e alla legge federale concernente il conferimento del carattere obbligatorio generale al contratto collettivo di lavoro.

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