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CF: più donne e minoranze linguistiche tra quadri aziende statali

(Keystone-ATS) In futuro, la quota di donne negli organi direttivi delle aziende statali (Ruag o FFS) o vicine alla Confederazione (SSR per esempio) dovrà crescere. È quanto prevedono le nuove disposizioni emanate oggi dal Consiglio federale, che ha stabilito l’obiettivo del 30% – valido per entrambi i sessi – da raggiungere entro il 2020. Il Governo intende inoltre adoperarsi per un’equa rappresentanza linguistica tra i quadri: 65,5% per il tedesco, 22,8% per il francese (ora 21,2%), 8,4% per l’italiano (6,7%) e 0,6% per il romancio (0,3%). Tali disposizioni – che rientrano nell’ambito della revisione riguardante la legge sul personale federale – entreranno in vigore a inizio 2014, indica una nota odierna dell’Ufficio federale del personale.

Le quote di rappresentanza delle lingue nazionali e dei sessi saranno esaminate annualmente nel rapporto del Consiglio federale sulla retribuzione annuale dei quadri destinato alla Delegazione delle finanze delle Camere federali.

Particolare non secondario: in caso di nomina di un futuro dirigente, “i dipartimenti sono tenuti a spiegare gli scostamenti dai valori di riferimento e dalla quota obiettivo”. Inoltre, “il profilo dei requisiti per i consigli di amministrazione e di istituto vengono debitamente adeguati”.

Circa le quote linguistiche, la nota precisa che tali valori sono stati estrapolati dal censimento della popolazione 2010. Le Camere hanno licenziato disposizioni – entrate in vigore a inizio luglio – sulla rappresentanza delle comunità linguistiche in seno al Cda o in un analogo organo di direzione superiore delle aziende e degli stabilimenti vicini alla Confederazione. La decisione odierna del Governo rende possibile concretizzare tale riforma, grazie alla fissazione di valori di riferimento precisi.

In merito all’equa rappresentanza dei sessi, il Consiglio federale auspica che la decisione adottata oggi favorisca l’aumento delle donne tra i quadri dirigenti. Al momento, infatti, la quota del 30% “è raggiunta solo in un esiguo numero di consigli di amministrazione e di istituto delle aziende e degli stabilimenti vicini alla Confederazione”, precisa il comunicato.

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