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CF: pressioni su Italia per riconoscimento patente CH camion

(Keystone-ATS) Il Consiglio federale è al corrente dei problemi che i camionisti in possesso di una licenza di condurre elvetica incontrano in Italia ed è già intervenuto presso le autorità di Roma per chiarire la questione. Lo comunica oggi lo stesso governo in risposta a un’interpellanza in questo senso depositata lo scorso marzo dal consigliere nazionale Fabio Regazzi (PPD/TI). Un’interrogazione analoga era già stata presentata nel settembre 2013 da Lorenzo Quadri (Lega).

Regazzi rileva che i problemi permangono, nonostante il Governo avesse assicurato in novembre – nella risposta all’interpellanza Quadri – “di non aver più ricevuto segnalazioni di problemi riguardante il riconoscimento reciproco dei certificati d’idoneità di conducenti di autocarri”.

Il ticinese chiede quindi al Consiglio federale se intenda intervenire nuovamente presso le autorità italiane affinché venga assicurato il principio della reciprocità e se preveda di esortare la Commissione europea a esercitare pressioni sull’Italia perché applichi correttamente gli accordi Svizzera-UE.

Nella sua risposta odierna, il Governo indica di essere al corrente dei nuovi casi di non riconoscimento delle patenti per camionisti rilasciate dalla Svizzera. Le autorità federali competente sono intervenuti presso le autorità italiane a diversi livelli, vi sono inoltre stati colloqui tra i due paesi tramite l’Ambasciata svizzera a Roma. La Commissione europea, infine, è già stata informata della situazione ed è stata pregata di intervenire presso il Governo italiano.

Il 24 settembre 2013 Lorenzo Quadri aveva presentato un’interpellanza, chiedendo chiarimenti in merito alle “violazioni della reciprocità e degli accordi internazionali” da parte italiana. Accordi che – si leggeva nel testo – “la Svizzera applica con puntiglio autolesionista, danneggiando la propria economia, e specialmente il mercato del lavoro delle regioni di confine”.

Secondo Quadri, il problema concerneva in particolare “le licenze professionali svizzere degli autisti che guidano camion sopra le 3,5 tonnellate, che non sono più riconosciute dall’Italia”.

Più in generale, rilevava il deputato, “appare evidente che l’Italia, pur approfittando grandemente della vicinanza della Svizzera e del fatto che quest’ultima accetti di aprirsi a danno dei propri lavoratori, artigiani ed imprese, contemporaneamente non perda un’occasione per sabotare a proprio vantaggio l’economia svizzera – il che di solito significa quella ticinese”. Tra i punti dolenti si citava anche l’aumento degli sconti sulla benzina nei distributori della fascia di confine deciso dalla Regione Lombardia.

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