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CF: sicurezza europea, facilitare accesso a informazioni

Per le autorità sarà più facile muoversi tra i numerosi sistemi informatici. KEYSTONE/TI-PRESS/FRANCESCA AGOSTA sda-ats

(Keystone-ATS) Permettere alle autorità migratorie e di polizia di accedere alle informazioni contenute nei vari sistemi tramite un’unica consultazione, in modo da riuscire per esempio a smascherare le false identità e, più in generale, accrescere la sicurezza dello spazio Schengen.

Questo in sintesi il contenuto di un progetto di modifica legislativa, che il Consiglio federale ha posto oggi in consultazione fino al 9 gennaio 2020.

Attualmente, i numerosi sistemi d’informazione a livello europeo in cui le autorità possono entrare devono essere consultati separatamente, ricorda in un comunicato il governo. Ciò implica, oltre a una perdita di tempo, una minore efficienza.

Ciascuna di queste banche dati ha una finalità propria. Nel sistema d’informazione Schengen (SIS) sono registrate segnalazioni di persone a cui viene data la caccia, scomparse oppure su cui pende un di divieto di entrata, nonché di veicoli e oggetti ricercati. Nel sistema d’informazione visti (VIS) sono contenuti i visti rilasciati dagli Stati Schengen, mentre l’Eurodac è il database centrale delle impronte digitali dei richiedenti asilo e degli individui fermati per entrata illegale. Inoltre, prossimamente altri si aggiungeranno alla lista.

Il Consiglio federale vuole facilitare il lavoro delle autorità che devono muoversi fra tutte queste strutture informatiche, per permettere loro di ricevere il dato giusto al momento giusto e di conseguenza di individuare con più efficacia chi rappresenta una minaccia per la sicurezza. La soluzione trovata, chiamata interoperabilità, consentirà un accesso unico e tempestivo a tutti i sistemi e ha l’obiettivo di contrastare criminalità, terrorismo e perfezionare la gestione della migrazione.

Ad esempio, spiega l’esecutivo, oggi un criminale segnalato dalla Svizzera nel SIS ai fini di un divieto di entrata e allontanato verso la sua patria, può tranquillamente tornare nello spazio Schengen, servendosi di una falsa identità per richiedere un visto presso un’altra ambasciata. Sebbene siano registrate nel VIS, le sue impronte non sono infatti confrontate con quelle contenute nel SIS.

Ma in futuro, grazie all’interoperabilità, un portale comune sbloccherà la consultazione simultanea di tutti i dati – compresi quelli biometrici – di ogni database. Verranno introdotte nuove possibilità per risalire alle reali generalità di chi è registrato nei diversi sistemi sotto falso nome o con identità multiple.

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