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Charlie: Coulibaly con moglie a Madrid primi gennaio

(Keystone-ATS) Una cellula islamica a Madrid potrebbe aver fornito appoggio ad Amedy Coulibaly, il terrorista che ha ucciso a Parigi una vigile e quattro clienti di un supermercato ebraico, finendo poi ucciso dalla polizia. Dal 31 dicembre al 2 gennaio, Coulibaly era nella capitale iberica, dove ha accompagnato la moglie, Hayat Boumeddiene all’aeroporto di Barajas, prima di tornare in Francia e partecipare agli attacchi. La magistratura spagnola ha aperto un’inchiesta.

Secondo fonti dell’antiterrorismo citate da “La Vanguardia”, il terrorista avrebbe viaggiato dalla Francia su un’auto acquistata in precedenza. Dopo tre giorni nella capitale, la coppia si sarebbe separata in aeroporto. Qui Hayat Boumeddiene si è imbarcata su un volo per Istanbul, per poi passare in Siria. Coulibaly, invece, sarebbe rientrato a Parigi, dove ha partecipato all’escalation di sangue seguita all’attacco alla redazione di “Charlie Hebdo”.

Il terrorista, sospettato dell’uccisione di una agente di polizia a Montrouge, il 9 gennaio ha sequestrato i clienti di un negozio kosher a Vincennes, uccidendo quattro ostaggi, prima di essere abbattuto dalle forze speciali.

Sul soggiorno in Spagna di Amedy Coulibaly, il giudice dell’Audiencia Nacional, Eloy Velasco, ha aperto oggi un’inchiesta, ipotizzando il reato di collaborazione a organizzazione terrorista, sulla base di un rapporto di polizia. Le indagini puntano a individuare dove Coulibaly abbia alloggiato e a identificare eventuali collegamenti in territorio iberico.

Non è esclusa la presenza di una cellula di appoggio a Madrid, sebbene al momento non siano stati intercettati contatti o chiamate telefoniche dalla Spagna. L’inchiesta riguarderebbe almeno una persona, un uomo sospettato di avere aiutato la compagna di Coulibaly a passare in Siria, stando alle fonti citate da Tve, la televisione pubblica spagnola.

Hayat Boumeddiene appare nelle immagini registrate da una telecamera di vigilanza nell’aeroporto di Istanbul, in compagnia di un uomo franco-algerino, il cui fratello fu arrestato nel luglio 2014 per partecipazione a una rete di reclutamento e invio di jihadisti in Siria.

Il ministro dell’Interno, Jorge Fernandez Diaz, ai microfoni di Tve non ha voluto confermare né smentire le informazioni, facendo appello al segreto istruttorio. Diaz ha insistito sull’intensa collaborazione della polizia spagnola con le autorità francesi, ma senza rivelare se la presenza del terrorista a Madrid possa suggerire l’esistenza di una cellula del jihad di appoggio in Spagna.

Ieri Al Qaida nella Penisola Arabica (AQPA), con base in Yemen, si è attribuita la responsabilità dell’attentato a “Charlie Hebdo”, ma non quella al supermercato kosher.

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