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Cia e Mossad uccisero Mughniyah

(Keystone-ATS) Cia e Mossad hanno condotto assieme l’operazione che, il 12 febbraio del 2008, ha portato all’uccisione con un’autobomba in una strada di Damasco del leader di Hezbollah, Imad Mughniyah. Lo hanno confermato cinque ex agenti dell’intelligence americana al quotidiano statunitense Washington Post.

Imad Mughniyah, padre di Jihad Mughniyeh, morto domenica scorsa con altri cinque esponenti del movimento sciita libanese in un raid israeliano a Quneitra, nel Golan siriano, era implicato in alcuni degli attacchi terroristici più sanguinosi di Hezbollah, tra cui quelli contro l’ambasciata americana a Beirut e la sede della mutua israeliana in Argentina, costati la vita a centinaia di persone.

Secondo quanto ricostruito, dopo aver cenato in un ristorante della capitale siriana, Mughniyah passeggiava per le strade di Damasco seguito a distanza da una squadra di osservatori della Cia. Una volta arrivato vicino ad un Suv parcheggiato nelle vicinanze e sulla cui ruota di scorta era stata piazzata una bomba, gli agenti americani hanno allertato i colleghi dei servizi israeliani che da Tel Aviv hanno attivato l’ordigno, che ha ucciso Mughniyah sul colpo.

La morte del leader di Hezbollah, considerata una dei maggiori successi nella lotta al terrorismo mediorientale, è sempre rimasta un mistero, anche se il movimento sciita ha sempre denunciato la responsabilità di Israele. E finora non era mai stato chiarito l’esatto ruolo degli Stati Uniti che, secondo quanto dichiarato da un ex funzionario della Cia, hanno contribuito a costruire la bomba che lo ha ucciso.

L’ordigno è stato testato ripetutamente presso una struttura della Cia in Carolina del Nord per assicurare che l’area dell’esplosione fosse contenuta, limitando così possibili effetti collaterali, vale a dire vittime civili. “Probabilmente – ha sottolineato l’ex agente – abbiamo fatto esplodere 25 bombe per assicurarci di aver fatto tutto bene”.

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