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Cina: ancora violenza a Xinjiang, 22 morti in attacco Uighuri

Questo contenuto è stato pubblicato il 19 ottobre 2014 - 14:31
(Keystone-ATS)

Ventidue persone sono morte nel Xinjiang, la regione patria della minoranza etnica degli uighuri nel nordovest della Cina, in un incidente a sfondo razziale. Secondo l'emittente Radio Free Asia (Rfa) la tragedia si è verificata quando quattro uighuri armati di coltelli e di esplosivi hanno fatto irruzione in un mercato nella città di Bachu (Maralbeshi in lingua uighura) attaccando i poliziotti che si trovavano sul posto e i commerciati cinesi di etnia han. In seguito, gli agenti hanno reagito e i quattro sono stati uccisi.

"Stando alle mie informazioni, in totale sono state uccise 22 persone, inclusi gli aggressori", ha dichiarato a Rfa Qahat Ayup, il capo della polizia della vicina località di Chongqurchaq. "Non ho idea di quanti poliziotti siano stati uccisi", ha aggiunto il funzionario.

Gli uighuri, turcofoni e di religione islamica, sono circa nove milioni e si lamentano di essere stati lasciati ai margini dello sviluppo, che favorirebbe solo gli immigrati da altre regioni della Cina nel Xinjiang. Dal 2009 la regione è sconvolta dalle violenze che hanno causato centinaia di morti, migliaia di arresti e decine di condanne a morte. Strettamente controllata dalle forze di sicurezza cinese, la regione è quasi totalmente inaccessibile ai giornalisti stranieri.

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