Prospettive svizzere in 10 lingue

Cina: esplosione a stazione nello Xinjiang causa morti e feriti

(Keystone-ATS) Torna lo spettro del terrorismo nella tormentata provincia cinese dello Xinjiang a forte presenza musulmana: almeno tre persone sono rimaste uccise e altre 79 ferite in un’esplosione avvenuta nel capoluogo Urumqi, proprio all’indomani della visita nella regione del presidente Xi Jinping.

Quello che è stato definito dai media di Stato un “attacco terroristico violento” si è verificato alle 19.30 locali nella stazione ferroviaria di Urumqi. Secondo gli inquirenti, gli attentatori hanno lasciato una bomba all’interno di un bagaglio all’uscita della stazione, vicino alla fermata degli autobus, e avevano anche dei coltelli per aggredire i passanti.

Lo Xinjiang, provincia autonoma del nordovest del paese, ha registrato episodi di violenza negli ultimi mesi, con scontri tra gli uighuri, di religione musulmana, e il potere cinese, che hanno provocato oltre venti morti. Da anni i primi chiedono maggiore autonomia, libertà di culto ed il rispetto delle loro tradizioni, ma il regime di Pechino li considera terroristi secessionisti.

Lo stesso presidente Xi, che proprio ieri ha visitato per la prima volta lo Xinjiang, ha bollato la regione come una “frontiera della lotta al terrorismo”, sollecitando un impegno maggiore delle forze dell’ordine.

Gli uighuri, di lingua turcofona e di religione islamica, sono gli abitanti originari della zona e oggi rappresentano circa il 40% dei 20 milioni di abitanti della provincia, ma lamentano di essere diventati una minoranza nella loro terra in seguito alla massiccia immigrazione dalle altre province cinesi e di essere lasciati ai margini dello sviluppo economico.

Dal 2009 – quando quasi 200 persone furono uccise nella capitale Urumqi in scontri tra diverse etnie – la provincia è sotto uno stretto controllo militare e poliziesco. Gli uighuri in esilio denunciano migliaia di arresti e di condanne mentre le autorità di Pechino mettono l’accento sul pericolo rappresentato dal radicalismo islamico e dai gruppi jihadisti.

Il pugno duro contro il “terrorismo” è stato agitato anche questa volta dal leader cinese, ieri, nel corso della sua visita nella turbolenta provincia, “addolcito” comunque da un gesto distensivo. Dopo aver incontrato una famiglia uighura, Xi ha invitato la minoranza musulmana a imparare il cinese ma anche i cinesi ad imparare l’uighuro, per favorire una maggiore comprensione reciproca.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR