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Clausola salvaguardia, guardare oltre i confini ticinesi

(Keystone-ATS) Per avere una speranza di successo, la clausola di salvaguardia non deve focalizzarsi solo sui problemi delle zone di confine, ma tenere conto delle esigenze delle regioni poco o punto toccate dal fenomeno del “frontalierato”.

È quanto dichiarato oggi all’ats dal Consigliere di stato ticinese Christian Vitta, giunto nella capitale per presentare il “piano ticinese” agli altri cantoni.

Il capo del Dipartimento delle finanze e dell’economia ha voluto illustrare personalmente ai cantoni (per l’occasione rappresentati soprattutto da alti funzionari visto il carattere tecnico della questione) lo stato dei lavori affidati al professore Michael Ambühl del Politecnico di Zurigo.

Così facendo, il ministro PLR spera che le soluzioni concepite a Sud delle Alpi possano essere prese in considerazione dal Consiglio federale nel messaggio che dovrà presentare tra qualche mese al Parlamento in applicazione dell’iniziativa contro l’immigrazione di massa.

“Il progetto ha suscitato interesse soprattutto fra i cantoni di frontiera come Ginevra, Basilea Città e Grigioni”, ha spiegato Vitta, dicendosi soddisfatto che all’incontro fossero presenti anche rappresentanti dell’amministrazione federale.

La riunione – cui secondo il consigliere di Stato hanno partecipato da 20 a 25 persone – è stata caratterizzata da un’ampia discussione, che “ci ha permesso di creare qualche contatto, ma anche di raccogliere spunti interessanti”, ha affermato Vitta.

A tale proposito, secondo Vitta un’eventuale clausola di salvaguardia futura dovrà tenere conto anche delle esigenze di quei cantoni – specie della Svizzera centrale – che non conoscono il fenomeno del frontalierato e i problemi ad esso connessi.

Lo studio in sé dovrebbe essere pronto entro fine anno, per poi venir presentato all’opinione pubblica all’inizio 2016. Vitta non ha nascosto che i tempi sono stretti, giacché il Consiglio federale sta lavorando al proprio messaggio. Da qui la decisione di informare, parallelamente ai lavori dell’Esecutivo.

Lo studio incarica Michael Ambühl, tra l’altro ex Segretario di stato e negoziatore degli accordi bilaterali II, di elaborare una clausola di salvaguardia dedicata in particolare al mercato del lavoro ticinese e alla protezione della manodopera indigena.

Il Consiglio di stato ticinese giudica infatti che l’applicazione dell’iniziativa UDC contro l’immigrazione di massa accolta il 9 di febbraio 2014 debba anche tenere conto dell’impatto sul mercato del lavoro causato dalla libera circolazione delle persone.

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