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Clinton, più raid e più aerei di alleati per colpire l’Isis

(Keystone-ATS) Per Hillary Clinton bisogna intensificare la campagna contro lo Stato Islamico, con un numero maggiore di raid e di aerei, anche di alleati, che vi partecipano.

In un discorso pronunciato oggi al Council of Foreign Relations a New York, la candidata democratica ha così preso in un certo modo le distanze dell’attuale strategia adottata da Barack Obama, sottolineando la necessità di rafforzare l’azione anche se si è allineata con il presidente nell’escludere l’invio di forze di terra.

“È arrivato il momento di avviare una nuova fase ed intensificare ed allargare i nostri sforzi per schiacciare l’aspirante califfato e negare allo Stato Islamico il controllo del territorio in Iraq e Siria – ha detto l’ex segretario di Stato – e questo inizia con una campagna aerea della coalizione più efficace, con più aerei degli alleati, più raid e una lista più ampia di obiettivi”.

Accanto a questo però va intensificato lo sforzo per fornire sostegno logistico e di addestramento alle forze sul terreno perchè “se abbiamo imparato qualcosa da 15 anni di guerre in Iraq ed in Afghanistan è che sono le popolazioni locali che devono proteggere le proprie comunità”.

La candidata alla Casa Bianca ha anche auspicato che Turchia e Paesi arabi della regione possano svolgere un ruolo centrale nello sconfiggere lo Stato Islamico. “Dobbiamo fare in modo che loro facciano la loro parte, con contributi in termini finanziari e di intelligence, ed usando la loro influenza con i combattenti e le tribù in Iraq e Siria”, ha detto.

Riguardo poi la cooperazione con Russia e Iran, Clinton l’ha definita un importante elemento della soluzione della guerra, ma ha sottolineato che i due Paesi devono capire che “continuare a sostenere un terribile dittatore non porterà stabilità”.

Infine, Clinton si è unita alle critiche di Obama alle posizioni assunte dai governatori ed esponenti repubblicani che non vogliono accettare i profughi siriani citando un rischio per la sicurezza. “Rimandare indietro orfani, sottoporli ad un test religioso, discriminare i musulmani, chiudere la porta ad ogni rifugiato siriano, questo non è quello che siamo”, ha affermato.

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