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CN: bocciata nuova Legge sulla sicurezza delle informazioni

Raymond Clottu (UDC/NE) Keystone/ANTHONY ANEX sda-ats

(Keystone-ATS) La nuova Legge sulla sicurezza delle informazioni non convince il Consiglio nazionale. Con 117 voti contro 68 e 8 astenuti ha infatti deciso di non entrare in materia. Per la maggioranza il progetto è superfluo e troppo costoso.

Lo scopo della nuova legge è di creare un quadro legale formale unitario, per tutte le autorità federali, nell’ambito della protezione delle informazioni e la sicurezza nell’impiego di mezzi informatici. Le norme, ha ricordato Raymond Clottu (UDC/NE) a nome della commissione, concernono in primo luogo organismi come il Parlamento, i tribunali della Confederazione, il Ministero pubblico della Confederazione e la Banca nazionale.

Tuttavia, ha sottolineato il neocastellano, la nuova legge porterebbe all’istituzione di un apparato di protezione delle informazioni troppo voluminoso e complesso. Le nuove norme non farebbero altro che creare burocrazia – “un mostro burocratico” secondo David Zuberbühler (UDC/AR) – e contribuirebbero solo modestamente all’applicazione in modo uniforme delle disposizioni attuali.

“Bocciare la legge – ha sostenuto Corina Eichenberger-Walther (PLR/AG) – non vuol dire che non abbiamo a cuore la sicurezza delle informazioni”. Dal nostro punto di vista, ha aggiunto, si può benissimo continuare con le varie leggi e ordinanze attualmente in vigore, previo un loro aggiornamento. Non c’è insomma la necessità di legiferare per riunire in una sola legge le disposizioni attuali.

Sbagliato, ha replicato il consigliere federale Guy Parmelin. Se si vuole mantenere la situazione attuale occorre modificare ben 9 leggi, senza oltretutto avere la garanzia di disporre di una visione d’insieme, ha sostenuto il ministro della difesa. Senza la nuova legge il piano cybersicurezza del DDPS avrà delle lacune e non potrà produrre tutti gli effetti previsti, ha sostenuto il consigliere federale.

“È urgente agire per assicurare una protezione coerente contro i cyberrischi e i pericoli che pesano sulle informazioni sensibili in possesso delle nostre istituzioni”, gli ha fatto eco Carlo Sommaruga (PS/GE). Per il socialista anche l’argomento finanziario non è pertinente, tanto più che la sottocommissione delle finanze ha dato preavviso favorevole.

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