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CN: c’è volontà di ridurre la protezione del lupo

(Keystone-ATS) BERNA – Il lupo ha animato i dibattiti stamane al Nazionale, dove all’ordine del giorno figuravano ben 14 atti parlamentari: dovrebbe essere cacciato, limitandone la popolazione, per non mettere in pericolo greggi, armenti, reddito degli allevatori e perfino causare rischio di valanghe. Con 92 voti a 79 la Camera del popolo si è allineata agli Stati, approvando una mozione che esige la modifica dalla Convenzione di Berna, sugli animali predatori.
Il parlamento ha così incaricato il governo di ottenere una modifica della Convenzione, in modo che uno Stato possa far valere le proprie riserve in qualsiasi momento, anche dopo la ratifica del testo.
Qualora Berna riuscisse a modificare la Convenzione, dovrebbe emanare una ulteriore riserva relativa al lupo, stipulando che questo animale può essere cacciato a determinate condizioni. Se invece la Convenzione rimanesse immutata, allora il Consiglio federale dovrebbe denunciarla, per poter aderire nuovamente, ma formulando delle riserve.
Il dibattito è stato vivace e appassionato, in particolare tra protettori del contestato animale – soprattutto Verdi e socialisti – e quanti si dicono preoccupati per i danni che il lupo causa, a pecore e capre.
“Questa discussione mostra quanta emozione suscita il lupo”, ha poi riassunto il ministro dell’ambiente Moritz Leuenberger. Essa rivela anche la presenza di un fossato culturale nel paese in questa materia: “il lupo viene idealizzato da alcuni, detestato da altri”, ha aggiunto.
Seguendo il Consiglio degli Stati, il Nazionale ha optato per la linea più dura, propugnata da Roberto Schmidt (PPD/VS). Con 94 voti a 81 ha sconfessato la propria commissione, che si rifiutava di esigere la denuncia della Convenzione in caso di fallimento dei negoziati.
Diversi parlamentari, appoggiati da Moritz Leuenberger, hanno invano sostenuto che la Convenzione è un documento troppo importante per la protezione delle specie e non riguarda unicamente il lupo. Il Consiglio federale è d’accordo di limitare la protezione dell’animale, ma rimanendo nell’ambito della Convenzione, ha precisato il ministro.

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