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CN: economia verde, bocciato controprogetto a iniziativa

(Keystone-ATS) Vacilla il controprogetto indiretto all’iniziativa popolare dei Verdi “Per un’economia sostenibile ed efficiente in materia di gestione delle risorse (economia verde)”.

Il Consiglio nazionale ha bocciato oggi con 95 voti contro 92 e 6 astensioni una proposta in tal senso. Rispetto al disegno di legge originario presentato dal Consiglio federale, il plenum aveva già provveduto ad edulcorare parecchie disposizioni. Il dossier torna agli Stati.

Nel corso del dibattito, iniziato giovedì scorso, i rappresentati dei partiti borghesi hanno a più riprese spinto in favore di una visione più vicina ai bisogni dell’economia, che ponesse l’accento sulla gestione “efficiente” delle risorse e sul rapporto costi-benefici. Nel voto sull’insieme, UDC, PLR e PBD, sostenuti da alcuni deputati del PPD, hanno finito per affossare l’intero controprogetto.

È una legge pragmatica, oltretutto appoggiata dai settori industriali interessati, ha ripetuto invano Adèle Thorens (Verdi/VD), a nome della commissione, sostenendo la necessità di agire per porre un freno al sovraconsumo delle risorse naturali. “Se si ascoltasse solo l’economia, allora non ci sarebbe alcuna norma ambientale”, aveva dal canto suo ammonito giovedì la consigliera federale Doris Leuthard.

Queste argomentazioni non hanno però fatto breccia nella maggioranza borghese. “Se si inserissero nella legge obiettivi quantitativi, misure sulla tracciabilità e la raccolta obbligatoria di imballaggi, ci si dirigerebbe verso una economia pianificata”, aveva criticato Christian Wasserfallen (PLR/BE). “Ci chiediamo se non stiamo creando un mostro burocratico”, aveva aggiunto Hans Grunder (PBD/BE).

E così già giovedì era stato inferto un primo duro colpo al controprogetto: con 95 voti a 93 il plenum aveva deciso di tralasciare, nel disegno di legge, l’impatto all’estero delle risorse consumate in Svizzera, come invece avrebbe voluto l’esecutivo. Inutile la messa in guardia di Adèle Thorens, che aveva ricordato come il 70% del nostro impatto ambientale avvenga fuori dal Paese.

Rispetto a quanto auspicato dal governo, era poi stata eliminata la possibilità per l’esecutivo di introdurre l’obbligo di raccolta degli imballaggi qualora lo ritenesse necessario. La maggioranza aveva ritenuto inutile intervenire in questo senso, visto che già oggi la Svizzera è campione in materia di riciclaggio.

Oggi il plenum – prima di bocciare il controprogetto nel voto sull’insieme – ha fra le altre cose deciso di non introdurre nella legge una clausola di tracciabilità. Per la maggioranza si tratta di una norma molto difficile da applicare in settori che non siano quello alimentare. Nulla da fare nemmeno per la possibilità di concedere a Confederazione e Cantoni la facoltà concludere accordi con le aziende che precisino quantitativi e scadenze.

L’iniziativa popolare dei Verdi “Per un’economia sostenibile ed efficiente in materia di gestione delle risorse” intende favorire, mediante un nuovo articolo costituzionale, un’economia improntata alla sostenibilità e all’uso efficiente delle risorse. Vuole inoltre promuovere cicli dei materiali chiusi e garantire che le attività economiche non pregiudichino il potenziale di risorse naturali.

Il testo costituzionale chiede in particolare di portare entro il 2050 l’impronta ecologica (indicatore che valuta il consumo umano di risorse naturali rispetto alla capacità del pianeta di rigenerarle) della Svizzera a un livello tale che, rapportata alla popolazione mondiale, non superi l’equivalente di un pianeta Terra.

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