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CN: FATCA, ok a cooperazione più estesa con fisco USA

(Keystone-ATS) Dopo gli Stati, anche il Consiglio nazionale – con 112 voti contro 51 e 21 astenuti – ha approvato oggi l’accordo FATCA con gli Stati Uniti e la relativa legge d’applicazione, che, di fatto, rende caduco il segreto bancario per i cittadini Usa che hanno conti in Svizzera. I tentativi di UDC e Verdi di affossare l’intesa non hanno avuto successo. Il dossier ritorna alla Camera dei cantoni per una divergenza minore.

I democentristi hanno chiesto invano la non entrata in materia. A loro avviso, il Foreign Account Tax Compliance Act costituisce un attacco inaccettabile alla sovranità svizzera, poiché Berna si impegna a riprendere automaticamente il diritto americano. Hans Kaufmann (UDC/ZH) ha definito “coloniale e unilaterale” il trattato.

Con 126 voti contro 50, la Camera del popolo ha tuttavia deciso di entrare in materia. Inoltre, con 116 voti contro 63, ha respinto una proposta di rinvio del dossier al Consiglio federale, in cui si chiedeva la reciprocità da parte di Washington. Infine, con 130 voti contro 49, il Nazionale ha detto di “no” alla richiesta di sospensione dell’accordo in attesa del voto del Parlamento americano.

Nemmeno i Verdi sono riusciti a convincere il plenum. La loro proposta di rinviare il progetto al Consiglio federale affinché lo adegui a un modello basato sullo scambio automatico delle informazioni è stata respinta con 108 voti contro 64.

Dal canto loro, i socialisti – favorevoli all’entrata in materia – hanno chiesto invano di completare l’accordo con una disposizione nella quale si esigeva che il governo si impegni in un negoziato immediato con gli USA per una modifica del FATCA non appena lo scambio automatico fosse stato adottato quale standard internazionale.

Vantaggi e inconvenienti

In aula oggi si è parlato di diktat, imperialismo giuridico degli Stati Uniti, ma anche dei vantaggi connessi al FATCA, come la possibilità, per esempio, di poter continuare ad approvvigionarsi in capitali sul mercato americano. Le banche dei paesi che non vi aderiscono rischiano di dover pagare un’imposta alla fonte del 30% su ogni conto detenuto da un cittadino americano. La fattura rischia di essere salata.

La maggioranza e la ministra delle finanze, Eveline Widmer-Schlumpf, hanno inoltre sottolineato come Berna abbia potuto ottenere certe concessioni. Le assicurazioni sociali, gli istituti di previdenza privati come pure le assicurazioni sono esclusi dal campo di applicazione della normativa. Lo stesso dicasi per le autorità svizzere, la Banca nazionale svizzera (BNS) e le organizzazioni internazionali.

Gli investimenti collettivi, nonché gli istituti finanziari con una clientela prevalentemente locale (il 98% dei clienti proviene dalla Svizzera o dall’UE) sono considerati conformi alla normativa FATCA e soggiacciono soltanto a un obbligo di registrazione.

“Cominciamo col testare il modello, poi decideremo sul da farsi”, ha dichiarato Thomas Maier (PVL/ZH), affermando che il sistema basato sullo scambio automatico implicherebbe oneri amministrativi più pesanti. “La Svizzera potrà sempre cambiare modello tra qualche anno”, gli ha fatto eco Hansjörg Hassler (PBD/GR).

Entrata in vigore differita

Il FATCA garantisce che i conti detenuti da cittadini statunitensi negli istituti elvetici vengano notificati alle autorità fiscali Usa con il consenso del titolare o in virtù dell’assistenza amministrativa mediante domande raggruppate.

Senza l’accordo dell’interessato, le informazioni non sono fornite automaticamente, ma scambiate in base alla disposizione sull’assistenza amministrativa contenuta nella convezione per evitare le doppie imposizioni.

L’accordo avrebbe dovuto entrare in vigore a partire dal gennaio 2014. Tuttavia, il fisco americano ha chiesto di spostare l’entrata in vigore della convenzione al mese di luglio 2014, ha affermato Philipp Müller (PLR/AG) a nome della commissione.

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