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CN: formazione continua, eliminate ultime divergenze

(Keystone-ATS) Il Consiglio nazionale ha eliminato le ultime divergenze nella Legge federale sulla formazione continua. Il perfezionamento dovrà essere fornito dai datori di lavoro, sia pubblici che privati. La Camera del popolo, con 119 voti contro 66, ha seguito il Consiglio degli Stati su questa questione, principale punto controverso ancora in sospeso.

“I datori di lavoro sostengono già a fondo la formazione continua: non vi è dunque alcuna ragione per agire e inserire questo elemento in una legge”, ha affermato invano Peter Schilliger (PLR/LU). Il liberale radicale teme che un tribunale possa interpretare questo punto per punire un’impresa.

“Si tratta di un obbligo morale, ma non giuridico”, ha replicato Thomas Weibel (PVL/ZH), aggiungendo che se questa disposizione, voluta anche dal Consiglio federale, non fosse mantenuta, non si terrebbe conto dei datori di lavoro che accanto allo Stato – Confederazione e Cantoni – e alla responsabilità individuale sono uno dei tre elementi centrali della formazione continua.

Per Peter Keller (UDC/NW) in una legge andrebbe iscritto solo l’essenziale e non obblighi morali. Questo argomento è stato seguito solo da UDC e parte dei deputati del PLR.

La nuova legge concretizza l’articolo costituzionale sulla formazione, adottato da popolo e Cantoni nel maggio 2006. Lo Stato continuerà a intervenire solo in modo sussidiario: oggi la Confederazione versa 600 milioni di franchi all’anno, di cui 300 milioni nell’ambito dell’assicurazione contro la disoccupazione (AD). La legge causerà uscite supplementari di due milioni.

Nel corso dei dibattiti la sinistra ha denunciato un progetto poco incisivo e ha fallito nel tentativo di rendere il perfezionamento professionale un diritto per tutti. Ad esempio non vi sarà un obbligo per i datori di lavoro di accordare ai dipendenti un congedo per la formazione continua a scadenza annuale.

La legge definisce tra l’altro le competenze di base da integrare nella formazione continua. Oltre a lettura, scrittura e matematica elementare, il parlamento ha considerato anche l’utilizzazione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

La sinistra ha pure proposto invano di elaborare una strategia nazionale di coordinamento e incoraggiamento dell’offerta. Sono invece stati riconosciuti i timori delle alte scuole: l’articolo sulla concorrenza precisa che la formazione continua va proposta al prezzo di mercato. In questo modo università, politecnici e scuole universitarie professionali (SUP) non saranno svantaggiate rispetto alle scuole private.

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