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CN: Schengen/Dublino, ok a credito di 99 milioni

Il Consiglio nazionale ha stanziato un credito di 99 milioni di franchi per lo sviluppo dell'acquis di Schengen/Dublino KEYSTONE/PETER KLAUNZER sda-ats

(Keystone-ATS) La Svizzera deve investire circa 99 milioni per una serie di progetti destinati a rafforzare i controlli alle frontiere esterne dello Spazio Schengen. Il Nazionale ha adottato oggi il credito con 137 voti contro 56 e 2 astenuti.

Si tratta essenzialmente di un adeguamento dei sistemi informatici e per un eventuale incremento del personale.

L’Unione europea intende stanziare diversi miliardi di euro nei prossimi anni per adeguare la collaborazione Schengen/Dublino alle nuove sfide. In particolare, Bruxelles vuole migliorare i controlli alle frontiere esterne e la collaborazione tra le diverse autorità nazionali preposte alla sicurezza e alla migrazione. Stando al Governo, anche la Confederazione ne trarrà beneficio sul piano di polizia, asilo e migrazioni.

La cooperazione internazionale e lo scambio di informazioni nell’ambito di Schengen/Dublino contribuiscono a una maggiore sicurezza della Svizzera, in particolare in materia di sicurezza interna, ha ricordato Laurent Wehrli (PLR/VD) a nome della commissione.

Tali accordi si sono rivelati essere strumenti indispensabili nella lotta contro il terrorismo e la criminalità organizzata, hanno sottolineato vari oratori.

Senza gli accordi di Schengen, i controlli alle frontiere sarebbero inoltre più difficili, ha sottolineato Elisabeth Schneider-Schneiter (PPD/BL). La consigliera nazionale basilese ha ricordato che due milioni di ingressi sono registrati ogni giorno. Le conseguenze economiche e finanziarie sono pure vantaggiose, ha rilevato ancora Wehrli. Stando a un rapporto del 2018, la cooperazione consente di risparmiare circa 270 milioni di franchi annui, in particolare nel settore dell’asilo.

L’UDC ha tentato invano di sospendere l’esame del dossier fino quando l’accordo istituzionale con Bruxelles e i costi da esso generati non fossero chiariti. “Gli accordi di Schengen/Dublino non hanno nulla a che vedere con l’accordo quadro con l’UE”, ha replicato Hans-Peter Portmann (PLR/ZH).

Lavori già in corso

I lavori di attuazione giuridica e organizzativa sono già in corso. Da una parte si intende modificare i sistemi esistenti, ovvero il SIS (Sistema d’informazione Schengen), il VIS (Sistema d’informazione sui visti), l’Eurodac (Banca dati europea delle impronte digitali) e l’APIS (Sistema di informazioni anticipate sui passeggeri).

D’altro canto verranno sviluppati nuovi sistemi, quali l’ETIAS (Sistema europeo di informazione e autorizzazione ai viaggi) e l’EES (Sistema elettronico di ingresso e uscita), precisa il comunicato.

Questi sistemi consentiranno di effettuare un miglior controllo delle frontiere e di evitare lacune in materia di sicurezza, ha riassunto la ministra di giustizia e polizia Karin Keller-Sutter.

Secondo i calcoli del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP), i costi complessivi per l’attuazione di questi sviluppi del cosiddetto acquis di Schengen nel periodo 2020-2025 saranno pari a 121,7 milioni di franchi. Il DFGP fornirà prestazioni proprie sotto forma di risorse umane e contribuirà con mezzi propri ai costi (23 milioni). Nel suo messaggio, il Consiglio federale chiede pertanto al Parlamento un credito di impegno di 98,7 milioni di franchi, che sarà liberato in due tranche.

Il dossier passa ora agli Stati.

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