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CN: stabilizzazione, meno tagli per agricoltura, sviluppo e ricerca

Il consigliere nazionale Roberto Schmidt (PPS/VS). KEYSTONE/LUKAS LEHMANN sda-ats

(Keystone-ATS) Tagli meno importanti del previsto per aiuto allo sviluppo, agricoltura, nonché formazione e ricerca. Lo ha deciso oggi il Consiglio nazionale discutendo del programma di stabilizzazione delle finanze federali per il periodo 2017-2019.

L’amministrazione federale dovrà invece effettuare maggiori risparmi.

La commissione preparatoria proponeva di tagliare 100 milioni supplementari nella cooperazione internazionale nel 2018 e nel 2019 rispetto a quanto proposto dal governo e approvato dagli Stati. L’aiuto allo sviluppo sarebbe così privato di 300,5 milioni nel 2018 e di 343,4 milioni l’anno seguente.

Per lo schieramento rosso-verde, sostenuto dal PPD, tale opzione non è opportuna. “Se si vuole rallentare i flussi migratori bisogna intervenire nei Paesi d’origine delle crisi”, ha spiegato Roberto Schmidt (PPD/VS) sostenendo che effettuare tagli eccessivi in questo settore sarebbe quindi un errore. La camera, con 94 voti contro 89, ha quindi stabilito che i tagli nella cooperazione internazionale saranno di 143 milioni nel 2017, 200,5 nel 2018 e 243,4 nel 2019.

Con 104 voti contro 80 e contrariamente al Consiglio degli Stati, la Camera del popolo ha poi approvato i tagli nei programmi d’integrazione dei migranti, come proponeva il Consiglio federale.

Con 95 voti contro 89, il Nazionale ha invece respinto i risparmi di 2 milioni annui nell’ambito dell’offerta editoriale della SSR destinata all’estero (ad esempio Swissinfo e tvsvizzera.it). “Sono dei prodotti importanti che veicolano le nostre specificità verso l’estero e danno informazioni sul nostro sistema politico e democratico”, ha sostenuto, con successo, Marina Carobbio Guscetti (PS/TI).

Con 127 voti contro 59 e 4 astenuti, la Camera del popolo ha pure deciso, come in precedenza gli Stati, di rinunciare a tutti i tagli nei pagamenti diretti (60-69 milioni) e di annullare (127 a 61 e 2 astenuti) anche quelli riguardanti la promozione della qualità e delle vendite (2,5-5 milioni).

La riduzione dei pagamenti diretti colpirebbe direttamente il portafoglio delle famiglie contadine, ha sostenuto Jean-Paul Gschwind (PPD/JU). “Il Parlamento – ha aggiunto – ha preso degli impegni nella pianificazione pluriennale dei crediti agricoli e deve rispettarli”, ha aggiunto convincendo i colleghi.

Confermati invece i risparmi nei crediti d’investimento in favore dell’agricoltura (tra 7 e 12 milioni annui) e quelli destinati ai miglioramenti strutturali (tra 3 e 11 milioni annui). Il settore primario contribuirà così al programma di stabilizzazione con 10 milioni di franchi nel 2017, 22 nel 2018 e 23 nel 2019.

Anche i risparmi del settore della formazione e della ricerca sono stati ridotti. Il Consiglio federale proponeva tagli annui da 142 a 174 milioni di franchi. Nazionale (120 voti contro 67) e Stati hanno però deciso di limitarli a una forbice compresa tra 61 e 69 milioni all’anno.

L’amministrazione federale dovrà invece stringere maggiormente la cinghia: con 106 voti contro 81, il Nazionale ha infatti deciso di tagliare 100 milioni in più nel 2018 e nel 2019. Complessivamente le spese in questo settore dovranno quindi diminuire di 243 milioni nel 2018 e di 250 milioni nel 2019 (che si aggiungono ai 135 milioni del 2017). Oltre al personale saranno toccati i beni e servizi nonché gli oneri d’esercizio e gli investimenti.

Come il Consiglio degli Stati, il Nazionale si è invece opposto alla soppressione prevista di posti doganali (tagli di circa 5,5 milioni all’anno).

Da segnalare, infine, la decisione, presa con 150 voti contro 37 e 4 astenuti, di non abrogare la Legge federale concernente l’attività di guida alpina e l’offerta di altre attività a rischio.

Ad inizio seduta, il Nazionale, dopo aver approvato l’entrata in materia, aveva bocciato una proposta di rinvio al Consiglio federale presentata dallo schieramento rosso-verde. Per la sinistra il meccanismo del freno all’indebitamento andrebbe adeguato alla situazione economico-monetaria in modo da avere maggior spazio di manovra.

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