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CN+CSt: Croazia, “ok” a libera circolazione ma a condizioni

Sì del Consiglio nazionale alla libera circolazione con la Croazia, ma a certe condizioni. KEYSTONE/AP/Darko Bandic sda-ats

(Keystone-ATS) Al termine di lunghi dibattiti e di una conferenza di conciliazione, il parlamento ha finalmente deciso: il Consiglio federale potrà ratificare il protocollo aggiuntivo che estende alla Croazia l’accordo sulla libera circolazione delle persone concluso con l’Ue.

Ciò a patto tuttavia che il Governo abbia trovato una soluzione con Bruxelles sull’immigrazione compatibile con “l’ordine giuridico svizzero”.

Questa versione del decreto federale fortemente voluta dagli Stati si è imposta in Conferenza di conciliazione. Come è stata affermato stamane in aula dal relatore della Commissione di politica estera del Nazionale, dettosi sempre contrario a porre condizioni all’Esecutivo, non si tratta di una questione giuridica, ma squisitamente “politica”, dal momento che tutte le leggi emanate dal Parlamento devono rispettare la Costituzione e le leggi del Paese.

“Sì” insomma alla ratifica, ma nel rispetto di quell’articolo 121a della Costituzione federale accolto dal popolo il 9 di febbraio del 2014 che prevede restrizioni alla libera circolazione mediante l’istituzione di contingenti e tetti massimi, nonché la preferenza nazionale.

Di fatto, come ripetuto più volte in aula dalla stessa consigliera federale Simonetta Sommaruga, al momento la ratifica del protocollo aggiuntivo non è possibile. Le cose potrebbero cambiare dopo il voto sulla Brexit del 23 giugno prossimo, quando si aprirà una finestra per negoziati tra Berna e Bruxelles il cui esito è al momento aperto.

Ciò che si sa per certo, è che le parti dovranno fare in fretta dal momento che l’articolo costituzionale dà tempo al Consiglio federale fino al febbraio 2017 per trovare una soluzione con l’Ue sulla libera circolazione.

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