CN+CSt: visti Schengen, sì a raccolta "privata" di dati biometrici
BERNA - I dati biometrici per il rilascio dei visti potranno essere raccolti non solo dalle autorità statali, bensì anche da privati autorizzati: è quanto prevede la soluzione proposta dalla Conferenza di conciliazione e adottata stamane sia dal Consiglio degli Stati, sia dal Nazionale.
Dopo un combattuto tira e molla parlamentare, la Camera del popolo si è infine allineata tacitamente a quella dei cantoni, seguendo la Conferenza di conciliazione che in precedenza aveva preso una decisione con 15 voti contro 11. La Svizzera parteciperà quindi agli sviluppi di Schengen in materia di visti: la principale novità risiede in una banca dati centrale per tutti gli Stati aderenti.
Fin dall'inizio la camera dei cantoni ha giudicato la raccolta dei dati biometrici una questione puramente tecnica. Nella camera del popolo era però stata manifestata la volontà di minimizzare i rischi legati al sistema centrale di informazione. Esso in futuro permetterà di verificare se una persona ha già richiesto un visto presso un'altra ambasciata. Sarà infatti più facile verificare l'identità e, di conseguenza, contrastare i soggiorni illegali.
A sinistra e a destra sono stati espressi dubbi soprattutto per motivi legati alla sfera privata. Il Partito socialista ha opposto resistenza finché la consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf ha assicurato che il governo sorveglierà con occhio attento l'introduzione del sistema centrale di informazione. A questo scopo commissionerà un rapporto annuale per identificare eventuali lacune.