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Commissione CSt: no a iniziative ticinesi su frontalieri

(Keystone-ATS) Dopo il Consiglio degli Stati, anche la Commissione dell’economia e dei tributi del Nazionale (CET-N) propone di non dar seguito alle iniziative cantonali ticinesi sui frontalieri.

Queste chiedono l’abrogazione dell’accordo sui frontalieri del 1974 con l’Italia, la competenza cantonale per fissare i contingenti dei frontalieri e uno statuto speciale per il Ticino allo scopo di mitigare le ricadute negative della libera circolazione.

La CET-N, indicano oggi in una nota i servizi del Parlamento, “è consapevole della situazione particolare del canton Ticino”, e “attende con grande interesse il rapporto sulle misure, le possibilità di intervento e gli eventuali progressi negli ambiti dell’imposizione dei frontalieri e della libera circolazione delle persone”.

Il documento, in risposta a un postulato della Commissione dell’economia e dei tributi degli Stati avrebbe dovuto essere pronto già nel corso dell’estate, ma finora non è ancora stato pubblicato.

Per quanto attiene alle tre iniziative cantonali, quella sull’abrogazione dell’accordo sui frontalieri è stata bocciata con 18 voti a 7. “Visto che la Svizzera e l’Italia sono già riuscite a trovare un’intesa sui principali punti di una nuova convenzione, la maggioranza della commissione ritiene poco opportuno denunciare l’accordo in vigore”, precisa il comunicato.

Sulle altre due iniziative ticinesi, depositate poco dopo l’accettazione dell’iniziativa contro l’immigrazione di massa, la commissione si è invece pronunciata all’unanimità, proponendo al plenum di respingerle.

Secondo la CET-N, “il dibattito sull’attuazione dell’iniziativa 9 febbraio deve essere sì condotto coinvolgendo i cantoni, ma si tratta altresì di trovare una soluzione globale”. L’iniziativa cantonale sull’istituzione di una regione a statuto speciale per il Ticino e quella con cui si chiede che la competenza per la fissazione dei contingenti e tetti massimi riguardanti i frontalieri sia trasferita ai cantoni erano già state bocciate a giugno dal Consiglio degli Stati. Visti i rapporti di forza scaturiti dai lavori commissionali, ben difficilmente troveranno una maggioranza in Consiglio nazionale.

Doppie imposizioni

La commissione della Camera del popolo – con 18 voti e 5 astenuti – raccomanda invece al plenum di accogliere il decreto federale che approva il Protocollo concernente la modifica della Convenzione di doppia imposizione con l’Italia, secondo gli standard dell’OCSE.

Secondo la CET-N, il Protocollo contribuirà a migliorare le relazioni economiche bilaterali, deterioratesi nel corso degli ultimi anni. A suo avviso, il Protocollo agevola la regolarizzazione degli averi depositati da clienti italiani nelle banche svizzere nell’ambito del programma di denuncia spontanea attuato dal Parlamento italiano.

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