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Condannato all’ergastolo Habré, ex dittatore del Ciad

Hissène Habré (col braccio alzato) è stato condannato all'ergastolo. KEYSTONE/AP/CARLEY PETESCH sda-ats

(Keystone-ATS) Colpevole di crimini contro l’umanità, di guerra, tortura, schiavismo sessuale, omicidi. Hissène Habré, dittatore incontrastato del Ciad dal 1982 al 1990, è stato condannato all’ergastolo da un tribunale costituito a Dakar, in Senegal.

È la prima volta che una sentenza di questo genere viene emessa contro un ex capo di Stato, per di più in Africa e con la ‘sponsorizzazione’ dell’Unione africana (Ua). Ma il rapporto di una commissione costituita ad hoc che ha raccolto documenti e testimonianze non gli ha lasciato scampo.

Almeno 40 mila morti sulla coscienza, a partire dal 1982, anno di inizio di quella ‘carriera sporca’ cominciata con un golpe con cui Habré rovesciò l’allora presidente Goukouni Oueddei. Le foto trionfali che lo ritraggono a N’Djamena nelle sontuose vesti tradizionali del capo indiscusso, con potere di vita e di morte sui sudditi, sono lontane. Gli resta, oltre al carcere a vita, l’opposizione tenace alla legittimità del processo che non ha mai riconosciuto.

Sette mesi di udienze, dal luglio dell’anno scorso a febbraio, nel corso delle quali sono sfilati centinaia di testimoni, di sopravvissuti alle torture, che hanno accusato Habré in una agghiacciante sequenza di racconti di atrocità. Un processo che, quasi una beffa, si è tenuto in Senegal, nel Paese dove era scappato e dove ha dato forse troppo per scontata l’immunità fino all’arresto, avvenuto nel 2013.

A dare l’annuncio il giudice Gberao Gustave Kam , secondo il quale l’evidenza ha mostrato che Habré è stato direttamente responsabile dei reati contestati. È stato lui, ha detto il giudice, ha dare gli ordini per imprigionamenti, torture, omicidi, oltre ad averne commessi in prima persona. Una sentenza accolta dalla gioia e gli abbracci dei parenti e delle vittime che hanno cercato giustizia per decenni.

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