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Consiglio svizzeri all’estero insoddisfatto del Consiglio federale

(Keystone-ATS) Nei negoziati su accordi fiscali il Consiglio federale tiene troppo poco in considerazione le esigenze della “Quinta Svizzera”. È il parere del Consiglio degli svizzeri all’estero (CSE), riunito oggi a Berna.

Il CSE, si legge in un comunicato, è insoddisfatto in particolare del nuovo accordo sull’imposta sulle successioni con la Francia, che dovrebbe essere firmato ancora quest’anno. In base all’intesa gli eredi elvetici residenti in Francia potrebbero essere tassati per un’eredità ottenuta in Svizzera con un’aliquota che va fino al 45% del valore patrimoniale. In un mondo globalizzato dev’essere nell’interesse della Svizzera promuovere la mobilità dei suoi cittadini, ritengono i 68 membri presenti oggi.

Il CSE sostiene invece l’accordo FATCA con gli Stati Uniti. Se entrerà in vigore le banche elvetiche non avranno più motivo di rifiutare un conto agli svizzeri domiciliati negli USA. In questo contesto agli istituti finanziari viene chiesto di fissare spese di gestione “adeguate”. Il Consiglio sostiene poi la mozione del consigliere nazionale Roland Büchel (UDC/SG), in cui si chiede che gli svizzeri all’estero possano aprire un conto presso Postfinance.

Stando al CSE in Francia sono domiciliati 186’000 cittadini elvetici, negli Stati Uniti oltre 76’000. Complessivamente al di fuori della patria vivono 716’000 svizzeri. Il Consiglio conta 140 membri e si riunisce due volte l’anno. La prima riunione nella sua nuova composizione, votata oggi per i prossimi quattro anni, sarà il 16 agosto a Davos in occasione dell’apertura del 91esimo Congresso degli svizzeri all’estero.

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