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Coppa del mondo 2006: MPC aiuterà Procura di Francoforte

(Keystone-ATS) Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) tratterà in via “prioritaria” la domanda di assistenza giudiziaria rivolta recentemente dalla Procura di Francoforte.

Quest’ultima cerca di chiarire i sospetti di corruzione a proposito dell’attribuzione alla Germania del Mondiale di calcio 2006.

Il MPC ha confermato oggi all’ats di aver ricevuto una tale richiesta senza fornire ulteriori dettagli. La giustizia tedesca chiede alla Svizzera di condurre differenti indagini legate a transazioni ed evasione fiscale, comprese nei dati bancari elvetici, ha indicato alla reuters la procuratrice di Francoforte Nadja Niesen.

Gli investigatori cercano di sapere dove siano andati i 6,7 milioni di euro che il comitato della Federazione tedesca di calcio (DFB) ha versato alla Fifa nell’aprile 2005 tramite l’ex Ceo di Adidas, Robert Louis-Dreyfus.

Una somma che poteva essere utilizzata per altro rispetto allo scopo iniziale (programma culturale della Fifa), aveva spiegato la Federazione in ottobre di quest’anno in un comunicato. Una somma che non sarebbe così deducibile dalle imposte.

Secondo le informazioni fornite da Franz Beckenbauer, presidente del comitato di candidatura poi di organizzazione del Mondiale 2006, tale somma era destinata “solo a ottenere la sovvenzione di 250 milioni di euro” per l’organizzazione dell’evento. “Un errore”, ha ammesso a fine novembre.

Una spiegazione giudicata “assurda” da Sepp Blatter qualche giorno dopo. Per il presidente uscente della Fifa, il denaro destinato agli organizzatori tedeschi non era “soggetto ad alcuna condizione da parte della Fifa”. “Dare dei soldi per ottenerne? No. Ciò non si fa alla Fifa”, aveva assicurato il vallesano 79enne in un’intervista allo Spiegel.

In novembre polizia e agenti del fisco avevano già perquisito la sede del DFB e i domicili di diversi responsabili, in cerca di prove di evasione fiscale legata all’attribuzione dell’evento.

Il caso era stato rivelato il 16 ottobre da Spiegel che affermava che il comitato di candidatura tedesco aveva costituito una “cassa nera” per comprare voti.

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