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Corea del Nord lancia missili, annuncia Yonhap

Un'immagine di un lancio avvenuto in maggio (archivio) KEYSTONE/AP/LEE JIN-MAN sda-ats

(Keystone-ATS) Dei due missili Musudan a media gittata testati oggi dalla Corea del Nord, il secondo ha avuto un “parziale successo”, in base alle valutazioni del Comando militare congiunto sudcoreano.

Il primo, lanciato alle 5:58 locali (le 22:58 di ieri in Svizzera), è stato un flop (sarebbe esploso dopo 150 km), mentre il secondo, due ore dopo, avrebbe coperto 400 km avvicinandosi a quota 500, soglia per poter affermare la riuscita di un missile a media gittata.

“I militari di Suel e Usa stanno ancora effettuando analisi sull’intera vicenda”, ha affermato una fonte di Seul all’agenzia Yonhap, secondo cui il leader nordcoreano Kim Jong-un avrebbe assistito di persona al doppio lancio.

Con quelli di oggi, sono sei i test effettuati dal 15 aprile, giorno del compleanno del fondatore della Corea del Nord Kim Il-sung, di cui solo uno con parziale successo.

I Musudan, sviluppati sugli SS-N-6 di fabbricazione sovietica, avrebbero una gittata fino a 4.000 km, ma continuano a essere un’incognita per l’intelligence di Usa e Corea del Sud.

Poco dopo i lanci, il Giappone ha espresso una protesta formale: il premier Shinzo Abe ha detto che i tentativi del regime di Pyongyang “non possono essere più tollerati”. Parlando ai giornalisti, il ministro della Difesa Gen Nakatani ha manifestato profondo rincrescimento e ribadito che i lanci, oltre a violare le risoluzioni delle Nazioni Unite, rappresentano “un atto provocatorio”.

Il Giappone già da lunedì aveva segnalato operazioni attorno alla base di Wonsan, nella costa orientale del Paese comunista, e aveva dato ordine alle forze di auto difesa di neutralizzare eventuali minacce di missili balistici sul proprio territorio.

Anche gli Stati Uniti hanno condannato “con forza” i test missilistici nordcoreani di oggi e dei mesi scorsi, fatti “in esplicita violazione” delle risoluzioni Onu, ha affermato John Kirby, portavoce del Dipartimento di Stato americano.

Sono “provocazioni”, si legge in una nota, che rafforzano l’impegno della comunità internazionale a risolvere la questione delle “attività proibite” di Pyongyang, anche con l’ulteriore stretta delle esistenti sanzioni del Consiglio di Sicurezza.

“Vogliamo sollevare le nostre preoccupazioni all’Onu e consolidare l’impegno internazionale per avere la Corea del Nord responsabile di queste provocazioni”, ha aggiunto Kirby, secondo cui gli Usa ribadiscono la volontà di difendere gli alleati, Corea del Sud e Giappone inclusi, di fronte alla portata di “queste minacce. Siamo pronti a difendere noi e i nostri alleati da qualsiasi attacco e provocazione”.

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