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Corea Sud: la presidente in lacrime, tragedia Sewol colpa mia

(Keystone-ATS) In lacrime, la presidente sudcoreana Park Geun-hye ha presentato le sue nuove scuse alla nazione e promesso riforme radicali per rafforzare la sicurezza, a partire dalla guardia costiera, le cui competenze saranno trasferite a enti come il ministero della Sicurezza nazionale, da istituire.

Park è tornata oggi a discolparsi a quasi un mese dal disastro dell’affondamento del traghetto Sewol, il cui bilancio è di 302 tra morti e dispersi, in gran parte studenti in gita.

“Come presidente e responsabile della vita e della sicurezza delle persone, offro le mie più profonde scuse per il dolore sofferto”, ha spiegato la presidente in un messaggio letto in tv.

“La responsabilità ultima per non aver risposto correttamente all’incidente è mia”, ha aggiunto, cercando di rassicurare una un Paese stordito e tormentato per il fatto che numerose vite potevano essere salvate. La rabbia dell’opinione pubblica resta altissima contro la risposta del governo al naufragio, lenta e disordinata, senza dimenticare controlli sommari sulla sicurezza del traghetto e sulla formazione insufficiente dell’equipaggio.

La crisi ha causato un vero terremoto politico: il premier Chung Hong-won ha annunciato le dimissioni, pur restando in carica fino alla chiusura formale della crisi. La stessa leadership presidenziale è messa a dura prova, dato che la stessa Park ha quasi dimezzato il gradimento popolare, scivolando ai minimi da quando è salita al potere lo scorso anno, intorno al 40% nelle rilevazioni dei sondaggi.

Manifestazioni, dure proteste e veglie a lume di candela si sono tenute in tutto il Paese in memoria delle vittime, spesso trasformandosi in un atto d’accusa contro Park e il suo governo.

Nel messaggio la presidente ha puntato il dito contro i legami collusivi tra controllori e imprese, impegnandosi ad attuare un profondo piano di riforme, tra cui la stretta sul passaggio dei funzionari governativi in pensione nelle aziende su cui avevano prima la vigilanza. L’obiettivo è costruire una “nazione sicura”: la prima verifica sul giudizio dell’operato della presidente è alle elezioni locali di inizio giugno.

Intanto la Kbs, la tv pubblica è nell’occhio del ciclone e bloccata dagli scioperi: l’amministratore delegato è accusato dai giornalisti di presunte influenze indebite in redazione per la produzione di programmi favorevoli a Park e per la nomina di dipendenti con posizioni filo-governative a posizioni importanti.

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