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Coronavirus: CF respinge aiuto urgente ai media

I dibattiti sulla crisi dei media si preannunciano aspri in Parlamento. Il Consiglio federale propone di bocciare due mozioni che chiedono un aiuto urgente al settore KEYSTONE/LAURENT GILLIERON sda-ats

(Keystone-ATS) Pur sottolineando come i media svolgano un ruolo importante per la democrazia, Il Consiglio federale propone di respingere due mozioni che chiedono un aiuto urgente al settore.

L’esecutivo è cosciente della situazione difficile in cui si trovano stampa, giornali e radio-tv, ma preferisce che le Camere federali approvino un suo pacchetto di misure anziché i due testi depositati dalle commissioni delle telecomunicazioni di Nazionale (CTT-N) e Stati (CTT-S).

Per garantire la sopravvivenza di giornali, radio e tivù, le commissioni delle telecomunicazioni, chiedono un aiuto transitorio della Confederazione di circa 65 milioni di franchi. Una prima mozione – approvata con 12 voti a 10 e 2 astensioni dalla CTT-N e a larga maggioranza dalla CTT-S – chiede di sostenere l’agenzia di stampa Keystone-ATS affinché sia in grado di diffondere gratuitamente ai suoi abbonati nelle tre lingue i suoi testi del servizio di base.

La mozione prevede inoltre lo stanziamento dei mezzi necessari per l’invio gratuito dei giornali regionali e locali da parte della Posta (circa 25 milioni) e una riduzione del prezzo per il recapito degli altri quotidiani (10 milioni).

La seconda mozione auspica che le emittenti radiotelevisive locali e regionali vengano sostenute con 30 milioni in più rispetto al 2019. Questo aiuto d’emergenza può essere erogato attingendo alla riserva di fluttuazione del canone radiotelevisivo già presente.

Sostegno a tutti i media

Stando al Consiglio federale, il pacchetto governativo offre un aiuto a tutti i tipi media (stampa, radio, televisione, online). Le misure puntano a un miglioramento delle condizioni quadro a lungo termine. Costituiscono, secondo l’esecutivo, una risposta alla crisi strutturale dei media e sono più mirate e durevoli rispetto alle misure immediate chieste dal Parlamento.

Una volta che le Camere avranno adottato le proposte governative, il Consiglio federale si occuperà con la massima priorità della loro attuazione, si legge nella risposta odierna pubblicata dai servizi parlamentari. Secondo l’esecutivo, è ipotizzabile un’entrata in vigore scaglionata nel tempo così che soprattutto il potenziamento della promozione indiretta della stampa (soppressione del limite massimo della tiratura e del criterio di edizione locale con propria testata) possa essere attuato in modo relativamente rapido.

Il Consiglio federale ricorda che i media possono utilizzare i crediti senza interessi o a tassi d’interesse favorevoli e garantiti dalla Confederazione. Ciò garantirà la liquidità a breve termine. In aggiunta a ciò, l’Ufficio federale delle comunicazioni (UFCOM) ha già anticipato il versamento di parte del canone radiotelevisivo.

Non cambiare destinazione fondi

Per quanto riguarda le radio e le televisioni private, il Consiglio federale riconosce la loro importanza, soprattutto nel periodo della crisi del Coronavirus, come chiede la seconda mozione. Il Governo ricorda tuttavia che ha deciso di creare una riserva unica per gli scostamenti dalla pianificazione, il cui unico scopo è “di compensare eventuali riduzioni dei ricavi dovute alle ipotesi di pianificazione inerenti al calcolo delle tariffe per economie domestiche e imprese”. A suo avviso, non è opportuno cambiare la destinazione dei fondi.

Nel ripartire i ricavi provenienti dal canone radiotelevisivo per gli anni 2021 e 2022, il Consiglio federale ha già tenuto conto dell’evoluzione prevista del mercato. Il Governo è oltretutto dell’avviso che occorra evitare di ricorrere, ogni qualvolta possibile, alla legislazione d’emergenza, in particolare se questa è basata direttamente sulla Costituzione. Ritiene importante un cauto ritorno alla normalità.

A suo avviso, un’attuazione della mozione potrebbe rischiare di causare un aumento del canone radiotelevisivo al prossimo esame delle sue tariffe.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

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