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Coronavirus: Cina, nessun target di Pil per il 2020

Il premier Li Keqiang nella sessione di apertura del Congresso . KEYSTONE/AP/Ng Han Guan sda-ats

(Keystone-ATS) Per la prima volta in decenni, la Cina non avrà un target di crescita per il 2020: parlando all’apertura del Congresso nazionale del popolo, il premier Li Keqiang ha rimarcato le “incertezze” legate alla pandemia del Covid-19 e al contesto economico.

Pechino, ha aggiunto Li, “lavorerà per centrare gli obiettivi di sviluppo, per vincere la battaglia contro la povertà e per costruire una società moderatamente prospera sotto tutti i punti vista entro l’anno”.

La Cina ha stimato un deficit 2020 “oltre il 3,6% sul Pil”, lo 0,8% e di 1.000 miliardi di yuan in più sul 2019: questa una delle misure “di aggiustamento” citate dal premier contro gli scenari maturati per il Covid-19. “Quest’anno dobbiamo dare la priorità alla stabilizzazione dell’occupazione”, ha detto Li, fissando gli obiettivi di oltre 9 milioni di nuovi posti di lavoro nelle aree urbane e della disoccupazione registrata al 5,5%. Previsti anche 1.000 miliardi di yuan (140 miliardi di dollari) di bond governativi anti Covid-19.

Il paese ha deciso di limare a +6,6% la crescita del budget militare per il 2020, con uno sforzo finanziario stimato in 1.268 miliardi di yuan (180 miliardi di dollari circa). Si tratta, in base a quanto comunicato dal governo di Pechino dell’aumento più basso registrato su base annuale almeno dal 1991. Il budget militare cinese, il secondo al mondo dopo quello degli Usa, era cresciuto nel 2019 del 7,5%.

La Cina – ha aggiunto il premier – si muoverà a tutela della sicurezza nazionale a Hong Kong: l’obiettivo è “istituire solidi sistemi giuridici e meccanismi di applicazione per salvaguardare la sicurezza nazionale nelle due regioni amministrative speciali (Hong Kong e Macao, ndr) e vedere i governi delle due regioni adempiere alle loro responsabilità costituzionali”. Anticipata ieri in tarda serata, la nuova normativa sarà discussa dal Congresso puntando a frenare il dissenso.

Il paese seguirà “i principi e le politiche di riferimento” su Taiwan, opponendosi “con fermezza” e dissuadendo “qualsiasi attività separatista in cerca dell’ indipendenza”. Li Keqiang ha assicurato che saranno “migliorate le disposizioni, le politiche e le misure istituzionali per incoraggiare gli scambi e la cooperazione tra le due parti dello stretto di Taiwan. Li incoraggeremo – ha aggiunto – a unirsi a noi e a opporsi all’indipendenza e nella promozione della riunificazione della Cina”.

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