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Coronavirus: il tempo stringe per i festival musicali

Nuvole nere si stanno addensando sui grandi eventi musicali dell'estate svizzera. KEYSTONE/VALENTIN FLAURAUD sda-ats

(Keystone-ATS) I grandi appuntamenti musicali svizzeri attendono con impazienza una decisione del Consiglio federale per capire come muoversi in un’estate inevitabilmente condizionata dall’epidemia di coronavirus.

Per eventi come il Paléo di Nyon e il Montreux Jazz, il tempo comincia a stringere.

Un verdetto definitivo dal parte del governo in merito allo svolgimento di manifestazioni “semplificherebbe molto le cose”, ha dichiarato oggi a Keystone-ATS Daniel Rossellat, patron del Paléo Festival, tornando sull’argomento sollevato dal quotidiano “24 Heures”.

Un divieto, ha spiegato, faciliterebbe l’aspetto giuridico, in quanto tutti i contratti con gli artisti verrebbero a cadere, senza contropartite. “I soldi investiti sarebbero persi, ma non bisognerebbe versare cachet e indennizzi”, ha proseguito Rossellat.

Il contesto europeo sarà a sua volta decisivo. Per il responsabile del Paléo “se i principali festival del continente gettassero la spugna, si innescherebbe un effetto domino che comprometterebbe gli altri eventi con cui condividono parte del line-up”.

Per altro, un cantante danese ha già disdetto la presenza a Nyon, a causa del veto posto dal suo governo. A breve sono attese anche le decisioni di Belgio e Francia, mentre tutto tace dagli Stati Uniti dove, secondo Rossellat, “la percezione non è la stessa, a parte a New York. Molti artisti pensano che si ritornerà alla normalità entro qualche settimana”.

Le manifestazioni riunite nella Swiss Music Promoters Association (SMPA) si incontreranno il 20 aprile, così come gli organizzatori del Montreux Jazz Festival. Stando a Rossellat, un rinvio del Paléo comporterebbe mancati introiti per cinque milioni di franchi. In caso di annullamento, il festival vodese potrebbe riproporre nel 2021 la programmazione prevista per quest’anno.

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